Prima l’annuncio sui social in lacrime: «Mi è stato trovato un problema di salute». Poi l’ansia per l’operazione, l’asportazione di un tumore endocrino al pancreas. Infine quel «Sto bene», pronunciato con sollievo all’uscita dall’Ospedale San Raffaele di Milano. Fedez è stato dimesso, e come scrive lui stesso su Instagram: «Torno a casa, torno a vivere».
Tutto era iniziato lo scorso 17 marzo, quando il rapper aveva spiegato ai fan di aver scoperto un problema di salute, senza però rivelarne inizialmente la natura. Il cantante era stato poi ricoverato e operato al San Raffaele di Milano. «Ho un raro tumore neuroendocrino del pancreas. Mi sono dovuto sottoporre a un intervento chirurgico durato sei ore per asportarmi un parte del pancreas (tumore compreso)», aveva scritto Fedez su Instagram due giorni dopo la sala operatoria, corredando il tutto con una foto della vistosa cicatrice sull'addome. Un tumore raro con una percentuale di guarigione alta se trovato in tempo. Fedez non ha però dovuto affrontare tutto questo da solo: al suo fianco è rimasta la moglie Chiara Ferragni, «la mia roccia», come l’ha definita lui.
L’imprenditrice ha passato diverse notti in ospedale, ha postato molti messaggi di supporto verso il marito, e oggi lo ha accompagnato mano nella mano fino alla macchina che lo attendeva all’esterno San Raffaele. Alla fine anche lei ha affidato la sua gioia ai social: «È stata dura ma siamo a casa. Today is a good day»: oggi è una buona giornata.
«È bello uscire dall’ospedale» ha detto Fedez una volta fuori, e bello è stato sicuramente trovare a casa i suoi due figli, Leone e Vittoria. Quest’ultima aveva dovuto festeggiare il suo primo compleanno con qualche giorno d’anticipo, visto l'imminente ricovero del padre. Proprio la sera prima delle dimissioni il cantautore aveva postato una storia su Instagram dove salutava la piccola in videochiamata.
Il cantante, una volta a casa, ha voluto ringraziare pubblicamente i medici e gli infermieri che si sono presi cura di lui: «Grazie a voi che mi avete letteralmente salvato la vita. Grazie al Prof. Falconi e a tutto il suo incredibile staff. Grazie a tutti gli infermieri e infermiere del reparto. Grazie che mi avete accompagnato e accudito in questi giorni che non sono stati semplici, ma che dall’altra parte mi hanno restituito una nuova prospettiva da cui affrontare la vita». Un punto da cui ripartire, con la speranza che sia una «Bella storia».
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