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Un esodo storico di enormi dimensioni: via dall'Ucraina un milione e mezzo di profughi

Il fiume di profughi non si ferma e la macchina delle Regioni sta partendo in queste ore per fronteggiare un esodo mai così veloce negli ultimi 80 anni. Già entro la fine del week end potrebbe arrivare a 1,5 milioni - secondo l’Onu - il numero di rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina mentre dall’inizio del conflitto sono 11 mila le persone ospitate in Italia, per ora al ritmo di circa 2.300 persone al giorno.

Numeri che potrebbero essere gradualmente destinati a salire. «Questa è la crisi dei rifugiati più rapida che abbiamo visto in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale», spiega il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi. I governatori, nuovi commissari delegati per la nuova emergenza, stanno facendo partire in queste ore i piani regionali. Nel Lazio, Nicola Zingaretti spiega che la Protezione civile è pronta ad attivare un piano di accoglienza da 10 mila posti, mentre la Calabria stanzia fondi affinché si possano ospitare gli ucraini in quei borghi che stanno scomparendo, ripopolando paesini di poche migliaia di abitanti con la presenza dei profughi: «Quattro milioni di euro saranno destinati alla “rifunzionalizzazione” delle abitazioni», annuncia il presidente Roberto Occhiuto. In Sardegna, come in altri territori, saranno messi a disposizione gli ex covid-hotel. In Prefettura a Roma sarà istituito un help desk dedicato per segnalazioni su arrivi e informazioni su regolarizzazione, accoglienza e servizi.

Tutto il terzo settore è intanto già attivo da giorni sul fronte degli aiuti umanitari nelle zone colpite e non solo, con tonnellate di farmaci, vestiti e altri beni di prima necessità. Nelle ultime ore da Firenze in direzione Varsavia sono partiti - attraverso la rete della Confederazione delle Misericordie - tre autotreni carichi di generi alimentari: 70 pallet di merce. Da Roma un autoarticolato lungo circa 20 metri è già in viaggio con un carico di aiuti, dove ogni pacco è contrassegnato in doppia lingua, italiano e ucraino. Questa operazione è nata dall’appello dell’Associazione Romeni in Italia e Salvamamme che, grazie alla sua rete, ha coinvolto centinaia di volontari e che ha permesso di inviare 1.300 scatoloni. A Savona, a causa delle tante donazioni, al momento «non si raccoglie più niente, sono necessari tir per portare via quello che c'è», spiegano i volontari del Sacro Cuore. La Protezione civile nazionale ha già inviato in Polonia duecento tende per mille posti letto mentre continua ad essere stoccati nei i poli di Avezzano e Palmanova, in attesa di partire, attrezzature elettromedicali, medicinali e mezzi sanitari. Il Governo sta ora cercando di coordinare le realtà associative del volontariato, dell’assistenza, della cooperazione sia nazionale sia internazionale.

«Abbiamo fatto il censimento delle iniziative in atto e di quelle future per affrontare prevalentemente due questioni: che cosa fare in Italia per mettere a punto un sistema di accoglienza che avrà profili straordinari rispetto a ciò che abbiamo visto in passato, e cosa fare per aiutare le popolazioni in Ucraina che resistono a una invasione. Si tratta - spiega il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando - di due filoni che vanno tenuti insieme».

Sul piano degli arrivi, il Viminale segnala che sono 11.323 i cittadini ucraini entrati in Italia finora dall’inizio del conflitto, principalmente attraverso la frontiera terrestre al confine italo-sloveno (dove sono stati registrati 6.867 ingressi): 5.620 donne, 1.198 uomini e 4.505 minori. In 24 ore i nuovi ingressi sono stati circa 2.265. Le principali destinazioni - principalmente case di familiari e conoscenti già nel nostro Paese - sono Roma, Milano, Napoli e Bologna. In quest’ultima città il sindaco, Matteo Lepore, segnala un aumento costante, con file fuori dai posti di polizia.

«Non abbiamo “invisibili” - dice - ma le persone si stanno palesando in maniera forte. Il Governo deve essere più veloce nel far attuare le decisioni che ha preso». Anche a Napoli «nei prossimi giorni si dovrà affrontare un impatto molto importante», aggiunge il sindaco partenopeo, Gaetano Manfredi. A Rimini, invece, il titolare di un hotel che ha messo a disposizione gratuitamente 63 camere, ne ha già la metà occupate.

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in Moldavia per mostrare il sostegno degli Stati Uniti al Paese che sta affrontando l’ondata di rifugiati dall’Ucraina e teme che possa essere minacciato da Mosca. Negli ultimi giorni decine di migliaia di rifugiati si sono riversati in Moldavia, uno dei paesi più poveri d’Europa, mettendo a dura prova i suoi servizi sociali. Ore prima del suo arrivo, Blinken ha visitato il confine dell’Ucraina in Polonia, che ha accolto 700.000 ucraini in fuga dalla guerra.

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