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Verso il Mattarella-bis: una mattinata frenetica, poi l'accordo fra i leader

I leader della maggioranza siglano l’intesa sul Mattarella bis. Scende in campo, per favorire lo sblocco dell’impasse, e fare da trait d’union tra forze politiche e Colle, anche il premier Mario Draghi. Il responso dell’Aula è atteso tra le otto e le nove di stasera, quando il presidente Roberto Fico terminerà lo spoglio dell’ottavo scrutino e proclamerà l’elezione del presidente della Repubblica. Un’ora prima che prenda il via l’ultima votazione (l'Aula è convocata alle 16,30), i capigruppo di maggioranza saliranno al Colle per chiedere al presidente in carica la disponibilità ad essere rieletto e proseguire il mandato. Il giuramento dovrebbe svolgersi mercoledì prossimo, 2 febbraio.

L’intesa arriva al termine dell’ennesima frenetica mattinata, iniziata di buon ora con nuovi vertici e incontri, e le lancette del barometro che tendevano verso una soluzione che sembrava ormai scartata: Pier Ferdinando Casini. Molti gli indizi che portavano verso un attivismo crescente del fronte centrista. Toti, Lupi e Renzi si vedono, parlano, studiano la strategia e compulsano il pallottoliere. Ma a far drizzare le antenne ai più a Montecitorio, mentre via via arrivano i 1009 grandi elettori per la settima votazione che già si preannuncia andrà a vuoto, sono le parole del segretario del Pd Enrico Letta ai suoi parlamentari: «Noi tenteremo di fare un accordo per l’elezione del Presidente della Repubblica: dopo di che c'è la saggezza del Parlamento e assecondare la saggezza del Parlamento credo sia anche questa democrazia».

Il riferimento è ai voti in aumento: ieri 336 schede a sostegno del bis di Sergio Mattarella. Poco dopo è Matteo Salvini a sciogliere gli ultimi residuali dubbi sul fatto che la soluzione verso cui le forze politiche si stanno dirigendo è il bis: «Una parte del Parlamento non vuole trovare un accordo, allora chiediamo a Mattarella di restare, l’importante è che Mattarella non sia percepito come un ripiego», dice il leader leghista. È il via libera che il «corpaccione» di una parte dei centristi aspettava da tempo. Ma non sono gli unici: nel Pd sin dai primi giorni di votazione l’opzione Mattarella bis è stata tra le più caldeggiate. Idem nel Movimento 5 Stelle.

Nel frattempo le agenzie battono la notizia di un lungo colloquio tra Mattarella e il premier Draghi. Passano pochi minuti ed è lo stesso Draghi a far sentire la sua voce, facendo sapere che ha avuto telefonate con tutti i leader delle forze politiche per invitarli a confermare Sergio Mattarella Capo dello Stato. Draghi argomenta la decisione sottolineando che si tratta «del bene e della stabilità del Paese». Intanto il tam tam in Transatlantico si fa rumorosissimo: «È fatta, stasera abbiamo il nuovo capo dello Stato». Lo dice chiaramente Matteo Renzi parlando ai suoi grandi elettori: «Stasera si chiude». Arriva il placet di Forza Italia: Silvio Berlusconi fa sapere di aver avuto una «lunga e cordiale» telefonata con Mattarella, a cui assicura il pieno sostegno di Forza Italia.

Quasi in contemporanea Casini rilascia una dichiarazione alla stampa, in cui chiede ai partiti di togliere il suo nome dalla discussione e invita il Parlamento a chiedere al capo dello Stato di restare. Intanto i leader delle forze di maggioranza si riuniscono. È l’ultimo tassello mancante: l’intesa è chiusa sul Mattarella bis. In Aula termina la settima votazione: fumata nera ma i voti per Mattarella arrivano a quota 387.

Insorge Fratelli d’Italia. Ok Salvini al bis? «Non voglio crederci», commenta a caldo Giorgia Meloni. «Si è toccato il fondo», aggiunge Ignazio La Russa, che scandisce: «Siamo stupiti da Salvini». Ancor più chiara Meloni: «Fratelli d’Italia non asseconderà questa scelta che non appare fatta nell’interesse dell’Italia ma piuttosto per molto più bassi calcoli di opportunità». Proprio Salvini arriva ad intestarsi la scelta della richiesta del bis: «Ho visto che nelle ore a seguire la mia proposta è diventata quella di tanti». Giuseppe Conte spiega: «È stata una trattativa molto complicata, c'era serenità perché restava sul tavolo l’opzione Mattarella, nella nostra comunità sempre apprezzata, ed è stato fatto crescere nella nostra comunità giorno dopo giorno». Enrico Letta affida a Twitter la soddisfazione, postando la foto di uno striscione sul portone di un palazzo nel centro di Roma che recita: «Grazie presidente Mattarella».

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