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L’Olimpiade saluta Tokyo, arrivederci a Parigi 2024

Jacobs: «È stata un’emozione super rappresentare l’Italia nella cerimonia di chiusura»

Sventolano tre bandiere allo Stadio Olimpico di Tokyo, quelle di Francia (che ospiterà i Giochi nel 2024), Grecia (dove i Giochi sono nati) e Giappone (Paese ospitante)

«Più veloce, più in alto, più forte - insieme», recita il motto olimpico. E mai come in questa edizione dei Giochi olimpici che si è appena conclusa, l’Italia può dire di averne incarnato tutta l’essenza. Più veloce, a partire da Marcell Jacobs. Più in alto, come Gimbo Tamberi. E più forte, come questa Italia da record di medaglie.

Uomo simbolo, proprio Jacobs, che ha realizzato qualcosa che sembrava impossibile, proiettando l’Italia nella storia dell’atletica e delle Olimpiadi.E dopo tante corse, oggi l’azzurro nato a El Paso si è concesso una serata «al passo», onorato di fare da portabandiera del tricolore che il 23 settembre prossimo andrà riconsegnato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «È stata un’emozione super - le parole di Jacobs al termine - rappresentare l’Italia nella cerimonia di chiusura. Nel 2021 con questa bandiera abbiamo fatto qualcosa di incredibile. È stato stupendo condividere la cerimonia con i compagni di squadra che sono rimasti, e rivedere lo stadio per l'ultima volta, questo stadio che mi ha regalato davvero tanto».

Con la cerimonia di chiusura e la sfilata delle 206 delegazioni olimpiche (tra cui Federica Pellegrini neo eletta membro Cio in quota atleti alla quale sono andate le congratulazioni del Comitato olimpico) si chiude un’edizione dei Giochi che resterà nella memoria. A partire dallo slittamento di un anno della manifestazione a causa del Covid, fino alle chiusure degli impianti al pubblico. Anche quello giapponese, che fin dall’inizio dei Giochi si è diviso in favorevoli, una minoranza, e contrari.

Anche se con il passare dei giorni e delle tante imprese sui campi di gara, la maggior parte della popolazione locale ha imparato a convivere con l’Olimpiade e i suoi protagonisti, tanto che oggi lungo le strade che portavano allo stadio, alle proteste dei soli comitati anti-Giochi, si sono unite anche tante persone con l’obiettivo di salutare positivamente le Olimpiadi: «Grazie, arrivederci», si leggeva in un cartellone con le scritte di tutte le lingue del mondo. Altri hanno passato la serata nelle loro case incollati alle tv o - i più fortunati - affacciati alle finestre degli appartamenti nei pressi dello stadio a gustarsi dal vivo i suoi e le luci.

Ad aprire la cerimonia, la presentazione del presidente del Cio, Thomas Bach, che ha fortemente voluto questi Giochi anche a costo di doverli spostare di un anno, e quella del principe Hakishino, seguite dall’ingresso della bandiera del Giappone e l'esecuzione dell’inno nazionale del Paese nipponico. Dopo la sfilata delle bandiere, sono seguiti giochi di luce, pirotecnici e musicali, poi come da tradizione lo spegnimento del braciere olimpico, che segna, assieme allo scambio della bandiera olimpica, l’ideale arrivederci e passaggio di consegne alla prossima Olimpiade estiva. Particolarmente suggestivo il collegamento in diretta con Parigi e il messaggio di commiato di Thomas Bach: «I Giochi di Tokyo sono stati i giochi della speranza, della solidarietà e della pace. Grazie Tokyo, grazie Giappone. È stato un grande messaggio di solidarietà e pace. Ci avete ispirati con questa unione di forza dello sport», le parole del numero uno del Cio.

Tokyo tornerà comunque protagonista dal 24 agosto con i Giochi Paralimpici, mentre al 2024 mancano solo tre anni: l'auspicio è che già da molto prima il mondo sia riuscito a sconfiggere l’avversario più ostico e restituire questo spettacolo dal vivo ai tifosi. La loro assenza sugli spalti ha reso più malinconica ogni impresa in campo. Un nemico, il Covid, che si sconfigge solo con l’ultima e più fresca parola del motto olimpico: «Insieme».

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