ROMA. Cento milioni di chili tra pandori e panettoni, cinquanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e infine i dolci. Questi i numeri che si traducono sul fisico in un paio di chili in più da smaltire nel 2015, secondo la Coldiretti.
«Ad aggravare la situazione il fatto - sottolinea la Coldiretti - che l'abbuffata per le festività è stata anche accompagnata spesso dalla sospensione delle attività sportive e da una maggiore sedentarietà con le lunghe soste a tavola con parenti e amici che hanno ridotto il movimento fisico e favorito l'accumulo di peso».
Con l'inizio del nuovo anno la dieta diventa dunque un obiettivo prioritario per molti italiani. Il consiglio dei dietologi è quello di sempre: per rimettersi in forma non aiutano i drastici digiuni e i «salti del pasto», ma adottare una dieta a base di cibi leggeri, ricca di frutta e verdura con il consumo di molta acqua. «Il segreto per cancellare gli effetti delle abbuffate natalizie è una dieta bilanciata», consiglia Enrico Arcelli dietologo e medico sportivo. «Per la prima colazione va bene uno yogurt bianco magro, due fette di bresaola o una fetta di prosciutto crudo, un kiwi e un caffè senza zucchero - prosegue Arcelli - A pranzo e a cena una porzione molto abbondante di insalata, una porzione di pesce alla piastra o una fetta di petto di pollo o, una mela o dei mandarini. Anche fuori pasto bere acqua, anche frizzante. Un aiuto importante arriva anche dall'assunzione di omega-3 quotidiani».
Oltre alla corretta alimentazione c'è poi l'attività fisica che deve essere praticata con costanza e diventare stile di vita: «Muoversi sì ma non solo una tantum per mettere a posto la coscienza, - prosegue Arcelli - l'attività fisica di solito non è in grado di far consumare in una sola volta le calorie in più che si sono assunte in un pasto. Chi lo sostiene, non conosce il problema. Recuperare, quindi, - conclude Arcelli- significa cambiare stile di vita, inserire il
movimento come abitudine».
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