
Una sorpresa? Forse sì, ma solo per chi non è addentro agli smottamenti registrati in queste ore nel Partito democratico. Perché in realtà l’esclusione di Fausto Raciti, deputato Dem siciliano e punto di rifermento alla Camera per i Giovani turchi di Matteo Orfini, dalle liste dei candidati Pd alle prossime elezioni politiche non è altro che la rappresentazione plastica del redde rationem in atto nel partito (in scala italiana e isolana) tra i leader e alcune correnti interne, a cominciare proprio da quella capitanata da Orfini fino all’aera degli ex renziani: una resa dei conti andata in scena durante l’infuocata direzione nazionale di Ferragosto. Nella lista siciliana, diramata ieri mattina, appaiono invece (scontati) i nomi del vicesegretario nazionale del Pd, Giuseppe Provenzano, e del segretario regionale Anthony Barbagallo, e le new entry che i dissidenti Dem chiamano già «paracadutati», come Annamaria Furlan, genovese, ex segretaria generale della Cisl, mentre l’assenza di Raciti fa subito rumore, vuoi per il lavoro svolto a Roma vuoi per il peso del deputato, capolista nell’Isola appena quattro anni e mezzo fa. Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Andrea D'Orazio

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7 Commenti
Ex elettore pd il capostipite
17/08/2022 08:24
Peso del deputato? Pazienza cercheremo di sopravvivere anche senza il suo preziosissimo contributo allo sviluppo della Sicilia
Fab
17/08/2022 09:03
Con le mani con le mani ciao ciao
Alex Drastico
17/08/2022 10:55
Utile come un cubetto di ghiaccio al Polo Nord.
Cogito
17/08/2022 11:08
Epurazione in salsa soviet per giovani turchi di Orfini e renziani dissidenti. Nel PD regnano odio rancore e vendetta stile letta.
GINO
17/08/2022 11:29
Glie ne bastava uno con barbetta, occhialoni e faccia piatta.
honhil
17/08/2022 11:49
Frattanto, la virata verso la sinistra estrema c’è tutta nel Pd. A questo punto, tuttavia, gli osservatori più o meno interessati e, soprattutto, gli accademici del ramo, nonché tutta l’ampia area dei talk show, si trovano a un bivio. Insomma, il nodo gordiano, senza utilizzare la spada, va sciolto. Purtroppo, per tutta questa fiumana di gente più o meno interessata a incanalare l’opinione pubblica verso i propri desiderata, la risposta, più cristallina di così non poteva essere. Mettendo, insomma, l’elmetto in testa, e in modo irreversibile, Letta, il democratico Letta, l’accademico Letta, ha tagliato e buttato alle ortiche gli altri tre anelli della catena ed è tornato alla casella di partenza. In forza di un gioco infantile tanto caro a quel popolo che sulla sorte, non potendo contare su nient’altro che sull’ideologia a tutto tondo, ha sempre puntato.
Greed
17/08/2022 11:52
Una cosa inutile lo ricordo ai tempi della sciagurata scilabra