Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Partito democratico, Provenzano e Barbagallo capilista in Sicilia

Il vicesegretario nazionale del Pd Giuseppe Provenzano, il segretario siciliano Anthony Barbagallo, il deputato regionale Antonello Cracolici, l’ex Sel Erasmo Palazzotto. Sono alcuni nomi dei candidati del Pd in Sicilia resi noti dal partito dopo la direzione nazionale.

Alla Camera Sicilia 1 saranno candidati Giuseppe Provenzano, Teresa Piccione, Carmelo Miceli, Milena Gentile. Nel proporzionale Giuseppe Provenzano, Giovanna Iacono, Gianluca Nuccio.

Alla Camera Sicilia 2 i candidati sono Stefania Marino, Giacomo D’Arrigo, Simona Caudo e nel proporzionale Valentina Scialfa, Cristina Buffa, Francesco Laudani.

Alla Camera 3 i candidati sono Anthony Barbagallo, capolista, Glenda Raiti, Giuseppe Calabrese, Valentina Abaro.

Negli uninominali alla Camera ci sono Erasmo Palazzotto, Gigi Bellassai, Valentina Scialfa, Giuseppe Arena, Felice Calabrò.

Al Senato Sicilia 1 i candidati sono Annamaria Furlan, genovese ed ex segretaria generale della Cisl dal 2014 al 2021. Dopo di lei Antonello Cracolici, Adriana Palmeri, Gandolfo Librizzi. In Sicilia 2 Antonio Nicita, Agata Iacono, Salvatore Branciforte, Antonella Russo.

Non ricandidato Raciti: «Ma senza rancore»

«Il Partito democratico ha deciso di non ricandidarmi alle elezioni politiche. Posso fare a meno del Parlamento e soprattutto il Parlamento può fare a meno di me, ci sono esclusioni certo più significative. Continuerò la mia militanza senza farmi risucchiare dal vortice di rancori che continua a dominare i cicli politici del Pd. Ho un’esperienza ricca, di cui sono profondamente grato alle persone che mi hanno accompagnato negli anni alla guida della Sinistra giovanile, dei Giovani democratici e del Partito democratico in Sicilia». Lo dice il parlamentare del Pd Fausto Raciti in un post su Fb. «Ultimo dei mohicani, il partito mi ha permesso un percorso politico così bello senza venire da una famiglia di cognomi o redditi importanti - aggiunge- Sono entrato in Parlamento a 28 anni e uscirne a 38 è un fatto fisiologico, per quanto dettato dalla mia lealtà ad un’area politica che ha espresso non di rado posizioni disallineate e da dinamiche di facile lettura per i pochi appassionati che scorreranno le liste siciliane e che stanno seguendo l’andamento della campagna delle regionali. Non è questo però il tempo dei bilanci - conclude - Ho fatto e continuerò a fare del mio meglio a servizio delle ragioni che ritengo proprie della sinistra riformista».

Caricamento commenti

Commenta la notizia