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Alfano verso l'intesa col Pd ma è rottura nel centrosinistra: si rimescolano le candidature

Angelino Alfano

PALERMO. Tra una rottura e l’altra si va definendo il quadro delle alleanze per la corsa in Sicilia, dove al momento è in campagna elettorale solo il candidato M5S Giancarlo Cancelleri. Angelino Alfano sembra trarre il dado verso il Pd: «A destra prevalgono più i veti dei voti di Salvini e Meloni e questo è oggettivamente un problema per i moderati», dice il leader di Ap. Una scelta ormai data per scontato nel centrodestra, ora alla prese con la scelta del candidato, che ha l'effetto di spingere verso una rottura tra Pd e la sinistra, nonostante il rettore Fabrizio Micari fosse stato indicato da Leoluca Orlando e condiviso da Matteo Renzi in uno sforzo unitario. «Con Ap si sta scegliendo di seppellire il centrosinistra», sentenzia Roberto Speranza di Mdp.

Come era inevitabile, la partita siciliana, ultimo appuntamento elettorale prima delle politiche, risente di calcoli e tattiche nazionali. Ap, contesa come ago della bilancia da centrodestra e centrosinistra, alla fine, dopo la telefonata tra Alfano e Renzi, ha scelto per il Pd dopo aver avuto garanzie su una non belligeranza del Pd contro Ap sulla legge elettorale e un impegno a valutare un’alleanza elettorale per superare la soglia al Senato. Ma, nonostante a Palermo Orlando governi con uno schieramento largo, la sinistra, prima SI e poi Mdp, finora al tavolo con il Pd, decide di far saltare l'intesa con i Dem. «La Sicilia di tutto ha bisogno fuorché di essere consegnata ai populisti a causa di divisioni incomprensibili», è l’appello del responsabile organizzazione del Pd Matteo Ricci per cercare di salvare l’alleanza. Ma Speranza in attesa di una decisione a Roma la prossima settimana pare inamovibile: «Noi continuiamo a lavorare sempre e dappertutto per ricostruire il centrosinistra. E’ evidente che chi invece fa di Alfano il perno di un nuovo progetto politico sta scegliendo di seppellire il centrosinistra».

Claudio Fava e Corradino Mineo sono due nomi sui quali stanno ragionando Mdp e Sinistra italiana per aggregare la sinistra per le regionali in Sicilia.  Mdp e Si stanno valutando questa alternativa, come fanno sapere in serata.

A questo punto il Pd dà per persa l’intesa con la sinistra, convinto che, spiegano fonti dem, «l'unico obiettivo dei bersaniani è impedire la vittoria di Renzi prima delle politiche». Il nome di Micari è in corsa anche perché ha il pregio di mantenere l’appoggio del sindaco di Palermo e nonostante Alfano non si sbilanci, «stiamo ancora lavorando al programma», sostiene, nel Pd si è convinti che alla fine Ap si convincerà sul rettore di Palermo.

«Siamo stati alleati con Mdp-Si alle elezioni amministrative di Palermo poche settimane fa: quell'alleanza arrivava fino ai moderati di Alfano e per le elezioni regionali siciliane abbiamo dato la nostra disponibilità al percorso civico che loro per primi ci hanno sottoposto. All’improvviso i nostri possibili alleati scoprono incompatibilità politiche e morali che negli ultimi mesi non c'erano: né da parte di chi è stato eletto nel listino di Crocetta e ora invoca discontinuità né da parte di chi per storia personale è stato protagonista di ben più ardite operazioni politiche». Lo dice il segretario regionale del Pd Fausto Raciti. "È chiaro che l’unico tema nazionale che sta a cuore a Mdp-Si non è il rapporto tra Ap e il Partito democratico ma preparare le prossime elezioni politiche sperando in una sconfitta del Pd e del centrosinistra tanto invocato. - aggiunge - Ognuno si assume le proprie responsabilità: la nostra è provare a vincere dare un futuro alla Sicilia».

Intanto, da qualche giorno sono spuntati nelle città i primi manifesti di Rosario Crocetta, che fa campagna elettorale col suo movimento 'il Megafono' con lo slogan 'la Sicilia ai siciliani' anche se la sua candidatura non è ufficiale; Crocetta non ha ricevuto il lasciapassare dal suo partito per il secondo mandato. Al momento il Nazareno ha sondato i potenziali alleati non su Crocetta ma su Fabrizio Micari, il rettore di Palermo proposto da Leoluca Orlando ma che non scalda i cuori di molti dirigenti democratici nell’isola e che sarebbe la prima scelta nel caso di accordo sul 'campo largo': da Ap a Mdp-Si. Ai dem i centristi di Casini qualche giorno avevano offerto tre nomi, a cominciare da Gianpiero D’Alia; gli altri due sono di area Ap, l’eurodeputato Giovanni La Via e l’avvocato palermitano Dore Misuraca. In casa Pd sono tre i big che sarebbero pronti a mettersi a disposizione se il partito chiamasse: il sottosegretario Davide Faraone (renziano), l’attuale vice presidente dell’Assemblea Giuseppe Lupo (areaDem) e l’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici (area Martina). Nell’area del 'civismo', invece, i nomi che circolano sono quelli dell’ex rettore Roberto Lagalla, che fu assessore nel governo Cuffaro e ha fondato il movimento 'Idea Sicilia', e il penalista Nino Caleca, ex assessore di Crocetta e in passato avvocato di Cuffaro. Un sondaggio nei giorni scorsi è stato fatto anche con un manager della St, Carmelo Papa. Prc e Possibile di Civati al momento sostengono la candidatura dell’editore Ottavio Navarra, ex deputato del Pci, pronti a ridiscutere il nome con Mdp e Sinistra italiana se questi ultimi decidessero di rompere con Leoluca Orlando.

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