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Elezioni al Colle, Berlusconi propone Amato: "Una figura condivisa"

Come possibile presidente della Repubblica, l'ex premier fa il nome anche di Draghi: «Mi risulta - precisa - che il presidente della Bce abbia fatto sapere di non essere disponibile»

ROMA. «Prima l'elezione del presidente della Repubblica, poi le riforme»: Silvio Berlusconi chiede «una figura condivisa», fuori da partiti. E al Corriere della Sera fa il nome di Amato. Anche Draghi risponde all'identikit, ma «al momento», dice Berlusconi in un colloquio in apertura di prima pagina del quotidiano, ha «fatto sapere di non essere disponibile».

«Sono partigiano», nel senso di parte, «e partigianamente penso che prima venga l'elezione del presidente della Repubblica e poi vengano le riforme». Silvio Berlusconi, in un colloquio in apertura di prima pagina del Corriere della Sera, chiede ora al premier di cambiare il timing, visto che Renzi ha secondo lui «modificato il patto in corso d'opera» e che «il Paese vive una situazione preoccupante». E anticipa il suo benestare ad una figura come Giuliano Amato.

Secondo l'ex premier, occorre «mettere subito in sicurezza la massima carica dello Stato». E serve «una scelta condivisa» per «garantire un minimo di equilibrio e - mi permetto di aggiungere - di credibilità istituzionale».

Il profilo? Dovrà essere «una persona che non sia di parte, che non venga da una parte sola». Prodi? Se lo proponessero «risponderei - dice Berlusconi - che Prodi già mi vuole tanto male, e quindi vorrei evitare di dire cose che potrebbero peggiorare ancor di più i nostri rapporti. Se penso al caso De Gregorio...». «Amato invece rientra in quel profilo», dice.

E Draghi? «Mi risulta che il presidente della Bce abbia fatto sapere di non essere disponibile»: «al momento per lui la situazione è questa», precisa poi all'obiezione che anche Napolitano aveva detto di non voler fare il bis, prima che il Palazzo lo richiamasse a gran voce. Secondo Berlusconi, «Renzi deve dare garanzie sul percorso. E ritengo che lo farà. Poi però servirà la responsabilità di tutti», spiega il Cav, che ripone «ancora» fiducia nel leader del Pd: «Io parto sempre da un atteggiamento di fiducia nei confronti dei miei interlocutori. E non ho motivo di non applicare questo atteggiamento verso il presidente del Consiglio».

Accenna infine a Fi: «Abbiamo tutti dei problemi in casa», ammette: «Leggo anche oggi sulle agenzie di stampa dichiarazioni da vecchia politica. Politica democristiana».

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