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Quattrocento sicari russi a Kiev per uccidere Zelensky

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky

Addestrati a uccidere, si sono infiltrati in Ucraina con un obiettivo ben preciso: eliminare il presidente Volodymyr Zelensky e i suoi più stretti collaboratori, in modo da piazzare a Kiev un governo fantoccio fedele al Cremlino. Oltre 400 miliziani del gruppo paramilitare Wagner, i famigerati mercenari russi che senza regole né riconoscimenti ufficiali agiscono da anni nelle zone di conflitto di mezzo mondo, si nascondono ora per le strade della capitale, mimetizzati a caccia del nemico numero uno di Mosca. Secondo il Times, sarebbero stati richiamati cinque settimane fa da una missione in Africa con la promessa di una ricca ricompensa. Un’operazione preparata dunque da tempo, quando Vladimir Putin ammassava decine di migliaia di truppe al confine ma continuava a negare di voler invadere l’Ucraina.

Gli oo7 di Kiev temono l'assalto dei sicari

Gli 007 di Kiev avrebbero avuto notizia della minaccia nella mattina di sabato, poco prima che l’amministrazione comunale annunciasse un coprifuoco totale per 36 ore. Una mossa che adesso, alla luce delle rivelazioni del quotidiano londinese, appare più chiara. «Chi sarà trovato in strada, sarà trattato da nemico», aveva avvisato il sindaco Vitalij Klitschko. E’ l’incubo dei sabotatori russi, più volte evocato dalle autorità ucraine: i rischi non arrivano solo dagli attacchi delle truppe regolari, ma anche da sicari esperti e difficilmente riconoscibili. Dalla Libia alla Siria, all’Africa subsahariana, i mercenari di Wagner sono stati in questi anni un’arma in più per Mosca, intervenuta senza intervenire ufficialmente a cambiare le sorti di conflitti strategici. E oltre a loro, ci sono pure gli spietati ‘cacciatori di testè delle forze speciali cecene, anche loro in missione per assassinare Zelensky, la cui presenza in Ucraina è stata rivendicata dal braccio destro di Putin a Grozny, Ramzan Kadyrov.

Nemici anche sul fronte interno

I nemici pronti ad attentare alla vita del presidente-eroe sono però anche interni. Nelle scorse ore, Kiev ha denunciato l’evasione dai domiciliari dell’oligarca ucraino di origini russe Viktor Medvedchuk, molto vicino al Cremlino e ritenuto tra i possibili candidati alla guida di un governo leale a Mosca, se quello attuale venisse rovesciato. Il tycoon, attivo in molti campi dall’energia ai media, stava scontando una condanna per alto tradimento dopo essere stato giudicato colpevole di sostegno alle forze separatiste del Donbass. Ora, ha fatto sapere il suo legale, «si trova in un posto sicuro a Kiev». Quello che per Zelensky sembra non esserci più.

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