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Caro-bollette, nell’Isola un’azienda su tre rischia la chiusura

Manifestazione e raccolta firme contro il caro bollette

«Dalle 2300 euro di luglio 2021 alle circa settemila di luglio 2022 per circa 10mila chilowattora, con un rialzo di oltre il 200% su base annuale. Così non possiamo andare avanti, finiremo in ginocchio, e con ogni probabilità alla fine della stagione estiva saremo costretti a chiudere». Parola di Vittorio M., barista del Ragusano che preferisce restare anonimo, ma che non nasconde amarezza e sconforto quando si parla di caro- energia, di una bolletta elettrica che lo scorso mese «ha quasi vanificato il netto degli incassi, tanto che, a settembre e ottobre, per evitare altre mazzate, converrebbe abbassare la saracinesca per aprire solo nei fine settimana». Ma quella di Vittorio, nell’Isola, non è certo un’eccezione, perché da Palermo a Catania, passando per l’entroterra, sottolinea il presidente regionale di Confcommercio, Gianluca Manenti, «per i nostri imprenditori, soprattutto nel settore turistico-ricettivo, è tutto un grido di dolore. Qualche esempio? Sempre nel Ragusano c’è un ristoratore che in questo giorni ha visto rincarare la spesa elettrica da seimila a 17mila euro», mentre a Catania, continua Dario Pistorio, ristoratore etneo e numero uno della Fipe Sicilia, «ci sono locali storici come il Caffè Europa, o il bar Savia o la pasticceria Spinella che, rispetto alle cinquemila euro di bolletta del luglio 2021, un mese fa si sono visti recapitare fino a 32mila euro di fatturazione. Un rialzo stratosferico. Senza dimenticare il comparto della grande distribuzione: basti pensare che i supermarket Decò del gruppo Arena, su tutto il territorio regionale, alla voce costo elettricità sono passati da 880mila a più di tre milioni di euro». Un ampio servizio sul Giornale di Sicilia oggi in edicola

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