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Caro bollette, l'allarme dei ristoratori siciliani: "Con questi costi rischiamo la chiusura"

Il rischio è che a causa del caro bollette molti ristoranti dovranno abbassare la saracinesca. Le bollette dell’elettricità “monstre” stanno penalizzando e non poco molti imprenditori del settore della ristorazione. In merito parla anche il presidente di Fipe Palermo Antonio Cottone che dice: “La situazione è molto delicata – dice il ristoratore – l’aumento spropositato delle bollette ha annientato tutta quella marginalità che si era riusciti a recuperare dopo il post Covid. Confcommercio stima che chiuderanno 130 mila aziende. Abbiamo chiesto un aumento del credito d’imposta e inoltre abbiamo proposto un’iniziativa che si chiama bollette in vetrina, tutte le attività commerciali possono partecipare esponendo le proprie bollette”.

Anche da Giovanni Trimboli di Fipe Catania arriva il grido di allarme: “Siamo in grande crisi – dice  – molte aziende non ce la faranno, molti ristoranti chiuderanno a causa di questo aumento assurdo dell’elettricità”.

La Confcommercio Sicilia intanto ha spedito una lettera a tutti i prefetti dell'isola per sottolineare la drammatica situazione che sta interessando la maggior parte delle piccole e medie imprese. "Le attività, che hanno bisogno di molta energia per funzionare, stanno operando a regime ridotto per mantenere i costi sostenibili - si legge nella lettera spedita dal presidente Gianluca Manenti - Dunque, una situazione niente affatto semplice che determinerà ripercussioni economiche importanti. Dopo il periodo pandemico, che ha già messo a dura prova le attività, la nostra economia sta ora rischiando un disastro economico e occupazionale senza precedenti".

Confcommercio ha così chiesto la convocazione di "un tavolo di confronto con tutti gli attori interessati, tra l'altro in un periodo in cui la politica, a tutti i livelli, risulta essere impegnata in campagna elettorale, per studiare eventuali soluzioni in grado di venire incontro ai piccoli e medi imprenditori che, a questo punto, non hanno più alcuna prospettiva per il futuro".

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