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Ignazio Boschetto de Il Volo scrive la sigla della fiction "Màkari": "Raccontiamo la Sicilia"

Il Volo, da sinistra: Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble

Fresca del successo dell’ultimo Montalbano, da lunedì 15 marzo Raiuno propone "Màkari" la serie che, almeno sulla carta, aspira a sostituire il commissario (finora) più amato della tv.

La sigla di "Màkari" è stata scritta da Ignazio Boschetto ed è interpretata da Il Volo: "È un onore per me averla scritta, è una canzone che racconta la mia Sicilia dove torno ogni anno in estate". Gianluca Ginoble (che rivela il desiderio, un giorno, di poter recitare) e Piero Barone si dicono "orgogliosi del lavoro fatto da Ignazio".

Gli elementi in comune sono tanti: la Sicilia come set, naturale e no, che qui è rappresentata da luoghi come la Riserva dello Zingaro; la società di produzione Palomar; la stessa casa editrice, Sellerio, sia per i romanzi di Andrea Camilleri sia per quelli di Gaetano Savatteri da cui "Màkari" è tratta.

Ci sono anche le indagini che, però, in questo caso non sono affidate a un poliziotto ma a un giornalista.

Saverio Lamanna (Claudio Gioè), infatti, è un giornalista che, in seguito a un banale errore, perde il suo posto di lavoro come portavoce del sottosegretario al ministero dell’Interno e decide di tornare nella sua Sicilia.

"Lamanna è un nuovo personaggio cui non faremo fatica ad affezionarci" assicura la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati.

Gli altri due elementi di quello che Gioè definisce "un trio assortito" sono, come dicevamo, l’amico Piccionello e la bellissima Suleima:

"Piccionello lo si deve amare per forza. Io l'ho amato dall’inizio - commenta Domenico Centamore - Lui impersona la sicilianità, il rapporto del siciliano con l'amicizia, la parentela e gli eventi che succedono. E si va a scontrare con Saverio Lamanna che è un siciliano ma se ne è andato ed è tornato e a cui, a volte anche a ragione, non piacciono alcune cose della Sicilia".

La caratteristica più importante di Piccionello, osserva Centamore, è la sua libertà: "Ha un modo tutto suo di vestirsi ed è libero dai pregiudizi. Questo mi affascina perchè in Sicilia essere liberi è già una bella vittoria".

Ester Pantano è Suleima: "Lei è una persona curiosa e intraprendente. È una giovane donna, con grande ironia, che usa la testa e non solo il corpo. Mi sono ritrovata nel suo modo giocoso di affrontare il rapporto con l’altro sesso".

Alla luce di tutto questo, "Màkari" sembra avere le carte in regola per diventare una storia simbolo di una rinascita che l'Italia sta aspettando:

"Spero che quel personaggio che è la Sicilia, molto presente in questa serie, sia beneaugurante per una rinascita, regali il sogno di pensare che nei prossimi mesi potremo andare in posti come questi" sostiene Gaetano Savatteri che si dice felice che la Sicilia torni a essere presente e prepotente nel nostro immaginario collettivo con questa serie".

Una serie che, puntualizza Gioè, "attraverso la maschera del giallo pone l’accento su certi problemi. Màkari fa i conti con le difficoltà che il Mezzogiorno si trova ad affrontare oggi, c'è uno sguardo sul nostro Paese".

L’attore conclude con un commento sulla chiusura di cinema e teatri che tanto male sta facendo al comparto della cultura e dello spettacolo: "Quando è iniziato il primo lockdown ero in scena al teatro Biondo con lo spettacolo "Marat Sade" di Peter Weiss che, da quel momento, è sparito dall’orizzonte. La riapertura del 27 marzo? Mi sembra un po' complicato per i teatri, mi auguro che questo tempo venga usato per avere un visione del futuro, per riprogrammare, piuttosto che affrettarsi ad aprire con cose improvvisate che non hanno grandi prospettive".

"Màkari" è prodotta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti e da Rai Fiction. La regia di "Màkari" è di Michele Soavi; nel cast c'è anche Tuccio Musumeci, che è il padre di Saverio: "È un uomo che ha sacrificato tutto per la famiglia, anche l’assegno di ricerca che aveva avuto all’università di Milano. Quando è rimasto vedovo, ha riversato tutto l’affetto sul figlio con cui è un po' assillante" racconta l’attore.

Alla luce di tutto questo, "Màkari" sembra avere le carte in regola per diventare una storia simbolo di una rinascita che l'Italia sta aspettando: "Spero che quel personaggio che è la Sicilia, molto presente in questa serie, sia beneaugurante per una rinascita, regali il sogno di pensare che nei prossimi mesi potremo andare in posti come questi" sostiene Gaetano Savatteri che si dice felice che la Sicilia torni a essere presente e prepotente nel nostro immaginario collettivo con questa serie".

 

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