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Nuovo incarico per Lucia Borsellino
Si occuperà di anticorruzione a Roma

ROMA. Lucia Borsellino, ex assessore regionale alla Salute della Giunta Crocetta, lascia Palermo e la Sicilia. Le indiscrezioni sul trasferimento, trapelate dopo la notizia dell'assegnazione della scorta alla figlia del magistrato ucciso dalla mafia nel '92, hanno trovato conferma oggi in un comunicato dell'Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), organismo per il quale Borsellino lavorerà.

L'incarico durerà due anni e l'ex assessore si trasferirà a Roma dove si occuperà del protocollo tra l'Agenzia e l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac). La figlia del magistrato, che a luglio, dopo l'arresto per truffa di Matteo Tutino, medico personale del  presidente della Regione Rosario Crocetta, ha lasciato l'incarico di Governo, seguirà anche alcune delle misure previste dal Patto per la salute 2014-2016 affidate all'Agenas, come il sistema nazionale di monitoraggio e controllo. Borsellino prenderà servizio dal primo settembre. «Conosco Lucia Borsellino da anni abbiamo già collaborato in più occasioni, non ultima quella della stesura del nuovo Patto per la salute e del Regolamento sugli standard ospedalieri. Poter contare sulla professionalità, l'esperienza, i valori, l'onestà intellettuale e l'etica professionale che la contraddistinguono è un indiscusso valore aggiunto per l'Agenzia e per i suoi interlocutori»: ha commentato il direttore generale dell'Agenas Francesco Bevere.

Un epilogo atteso, quello del trasferimento, dopo che il Viminale, d'urgenza, ha deciso di assegnare una tutela all'ex assessore. Una fonte confidenziale avrebbe rivelato a un funzionario di polizia in servizio in Germania di presunte ritorsioni nei confronti della donna che sarebbe stata colpita a titolo dimostrativo dopo le ultime indagini antimafia della Procura di Palermo. Notizie tutte da capire su cui il procuratore Francesco Lo Voi ha aperto un fascicolo di atti relativi, procedimento che in genere precede l'avvio di una inchiesta.

Il piano contro la figlia del giudice, dunque, non sarebbe legato alla sua attività nella Giunta Crocetta, nè tantomeno alla presunta intercettazione, la cui esistenza è stata più volte smentita dalla Procura, tra Tutino e Crocetta. Intercettazione nel corso della quale il medico avrebbe pronunciato la frase: «quella deve saltare in aria come suo padre». Della conversazione, ha ribadito il capo dei pm non c'è traccia però agli atti delle indagini palermitane sul medico. Smentita secca a cui hanno fatto seguito quelle dei capi di altre Procure siciliane.

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