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"Marco Pantani è stato ucciso", a Le Iene le rivelazioni choc del suo spacciatore

"Marco Pantani è stato ucciso". Non usa mezzi termini Fabio Miradossa, lo spacciatore napoletano che riforniva il ciclista di cocaina. Importanti rivelazioni quelle fatte da Miradossa alle telecamere de Le Iene nel servizio curato da Alessandro De Giuseppe.

Miradossa ha parlato anche del mistero dei 20 mila euro che Pantani avrebbe utilizzato per pagare la droga. "Sono spariti, perchè non indagano su questo?", si è chiesto Miradossa.

Era febbraio del 2004 quando Pantani decise di andare in vacanza in montagna passando da Milano. Secondo la testimonianza della madre, il ciclista fece le valigie portando tre giubbotti, di cui uno da sci. Giubbotti questo che però avrebbe lasciato in albergo a Milano, quando, cambiata idea sulla vacanza in montagna, Pantani decise di andare a Rimini.

Secondo quanto dichiarato da un tassista, il bagaglio di Pantani era solamente una piccola busta di plastica con dei medicinali. Arrivato a Rimini il 10 febbraio, prese un alloggio prima per una notte, e poi per quattro. La sera del 14 febbraio fu dunque trovato morto nella stanza D5 del residence "Le Rose" di Rimini. L'autopsia rivelò che la morte fu causata, fra le 11.30 e le 12.30, da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un'overdose di cocaina e, secondo una perizia effettuata in seguito, anche da psicofarmaci.

Il caso fu chiuso dichiarando che Pantani sarebbe morto come conseguenza di comportamenti ossessivi, dopo aver esagerato con la droga e sfasciato tutta la sua stanza d’albergo.

Dopo anni, però, il suo spacciatore Miradossa lancia importanti accuse: “Marco non è morto per cocaina - ha detto -. Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è stato ucciso. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo”.

Nella stanza del residence dove Pantani fu trovato morto fu ritrovata una pallina di 5 grammi coca. Però, “Marco non sniffava - ha precisato Miradossa - ma fumava e in quella stanza c’è solo traccia di cocainomani che sniffavano”.

Il caos trovato nella stanza d'albergo potrebbe essere stato provocato da una colluttazione con qualcuno che cercava denaro. “Marco aveva prelevato 20 mila euro a Milano - ha raccontato Miradossa -. Al pm ho detto ‘cercate i soldi’ perché in quella camera chi ha ammazzato Marco è perché cercava i soldi. Io sapevo di quei soldi perché erano per me, per la cocaina. Erano un po’ per un debito vecchio e un po’ una fornitura".

“Ciro Veneruso, un mio corriere, è andato al residence, si è visto con Marco, ha fatto lo scambio ma non ha avuto i soldi”, ha aggiunto Miradossa. E sull'ipotesi del suicidio, Miradossa ha poi aggiunto: “Ma non scherziamo proprio, può essere stato un debole che ha reagito buttandosi nella droga ma che abbia voluto uccidersi no. Mai”.

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