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Il nuovo album di Paola Turci: la mia autobiografia in musica

MILANO. «Il presente fotografato da questo disco è un crocevia fra passato e futuro, il centro della mia vita». Così Paola Turci spiega il significato di 'Io sono', l'album che raccoglie dodici tracce della sua carriera quasi trentennale, riproposte in versione inedita insieme a tre nuove canzoni: «Arrivata a 50 anni mi sono messa d'impegno a essere felice e ora - dice l'artista - mi sento più leggera e giovane di prima, ora me ne frego se sbaglio». Questa spregiudicatezza si traspone nelle canzoni, classici del passato più o meno lontano come 'Bambini' o 'Stato di calma apparente', 'Questione di sguardi' o 'Attraversami il cuore', che sono profondamente rinnovati da un arrangiamento che la stessa artista definisce 'ipnotico'.

A dare nuova vita al repertorio della Turci è stato Federico Dragogna, il componente dei Ministri già apprezzato come produttore dell'ultimo disco di Vasco Brondi: «Ho amato moltissimo 'Costellazioni' e trovo Vasco il più innovativo al momento, ma oltre alle sue canzoni ne ammiravo i suoni». L'originale approccio acustico-elettronico con cui viene trattato il materiale si nota soprattutto nelle tracce che aprono e chiudono il disco, i classici degli esordi 'Volo così' e 'Ti amerò lo stesso', ma è soprattutto nel trattamento della voce della cantante, mai così in primo piano, che si sente una novità.

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