All’alba un fiume di fango è sceso giù da piazza Maio al porto, a piazza Marina, il salotto buono di Casamicciola, uno dei sei comuni dell’isola d’Ischia: un paio di chilometri, dove sono state cancellate case e travolte auto, sventrati negozi ed attività commerciali. E poi l’angoscia per le tante persone mancanti all’appello. Nello sguardo dei soccorritori c'è la speranza di ritrovare le persone date per disperse: per tutta la giornata cercano e scavano, con i piedi nel fango, metro dopo metro. Scavano con vanghe e badili, evitando di utilizzare mezzi meccanici. Insieme a loro i cani dell’Unità cinofila napoletana, un’associazione di volontari che ha sede nel capoluogo, che per ore hanno battuto la zona.
«È successo tutto in pochi secondi», dice Carmela, 24 anni, che abita in via Celario, a pochi passi da piazza Maio, l’area più colpita, dove alcune case sono state letteralmente spazzate via, altre sono rimaste gravemente danneggiate e un parcheggio è stato del tutto sommerso dal fango. Lei per uscire ha dovuto attendere l’arrivo dei soccorritori. A casa di Carmela per fortuna non ci sono stati danni. Ma qui in zona si conoscono tutti e le famiglie sono in apprensione per la sorte dei dispersi. «Speriamo che siano andati fuori per qualche giorno», dicono per esorcizzare la paura, il timore che quello che pensano non sia vero. Del resto, proprio in questa zona cinque anni fa tre fratellini uscirono indenni dopo essere stati alcune ore sotto le macerie della casa crollata sotto i colpi del terremoto. Perché non dovrebbe essere così anche stavolta? Drammatica la testimonianza di Irina, ucraina, da 20 anni in Italia. È stata svegliata dal sonno dal figlio che in pochi secondi è riuscita a metterla in salvo prima che il fango, i detriti e l’acqua entrassero nella sua casa di via traversa Sanfelice travolgendo ogni cosa. Sono stati i vicini a consolarla, a fornirle qualche capo di abbigliamento mentre i soccorritori ripulivano in qualche modo la sua abitazione.
«Mai vista una cosa del genere», dice l’ex sindaco Giovanbattista Castagna che si è trovato ad affrontare il terremoto del 2017, che tanti danni ha fatto nell’area compresa tra piazza Maio e piazza Bagni. I segni di quanto avvenuto il 21 agosto di 5 anni fa purtroppo sono ancora evidenti e la frana di oggi è stata come acqua bollente buttata su una ferita ancora sanguinante.
La frana si è staccata dal monte Epomeo, è scesa giù velocemente travolgendo la vegetazione e disegnando quasi una pista tra alberi secolari caduti a terra come birilli. Poi ha cancellato alcune case di piazza Maio e si è incanalata lungo via Pio Monte della Misericordia, dove alcuni anni fa avvenne una tragedia del genere ma molto meno grave, per finire sul piazzale del porto dove alcune vetture sono finite in mare mentre altre, insieme a due bus turistici, sono stati schiacciati sulle barriere di protezione della strada. Ed il fango finito in mare ha cambiato anche il colore allo specchio d’acqua del porto che per tutta la giornata è stato marrone.
I bob cat non si sono mai fermati. Nelle benne sono finite tonnellate di detriti che dovranno essere portati via nei prossimi giorni quando sarà possibile fare la conta dei danni. «Che volete che vi dica. La natura per Casamicciola da alcuni anni non è più madre ma è matrigna», dice un anziano rivolgendo lo sguardo al cielo, ad un cielo grigio con tante nubi gonfie d’acqua. Alla gente di Casamicciola aspetta un’altra nottata di preoccupazione. Di preoccupazione e speranza per la sorte della decina di persone che non si trovano: le ricerche non si fermano e alle prime luci andranno avanti anche coi droni.
Nel video le immagini del disastro girate dai vigili del fuoco
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