Giorgia Meloni accelera sulla squadra di governo e tiene aperti i dossier economici e sull'energia, continuando, tra gli altri, i contatti con Roberto Cingolani. "Non c'è tempo da perdere. All'Italia serve un governo autorevole che lavori in modo spedito", è il mantra che ripete. Un punto fermo, in queste ore, sembra essere Giancarlo Giorgetti all'Economia, sdoganato da Matteo Salvini a Montecitorio con chiacchiere, battute e foto nel cortile, accanto al decano Umberto Bossi.
Resta ancora scoperta la casella del ministero per il Sud che potrebbe riservare un posto a Nello Musumeci. L'ex governatore della Sicilia, con Wanda Ferro in Calabria, è la figura di maggior spicco di un partito che anche nel Mezzogiorno, malgrado i numeri dei Cinque Stelle, resta molto radicato.
Si dà in queste ore assai probabile anche Antonio Tajani alla Farnesina, mentre rimangono stazionarie le quotazioni del prefetto Matteo Piantedosi al Viminale. Tuttavia la leader di Fratelli d'Italia non dimentica lo smacco subìto a Palazzo Madama, con i 16 voti mancanti di Forza Italia per Ignazio La Russa. E potrebbe farlo pesare nella scelta dei ministri, si ragiona in ambienti della maggioranza, a scapito di FI e a vantaggio della Lega.
Circola così il sospetto, alimentato da più voci, che FdI potrebbe "vendicarsi" ad esempio escludendo dal governo i senatori azzurri che non hanno votato La Russa. Meloni sembra non voler cedere sull'ex pm Carlo Nordio, con Francesco Paolo Sisto di Fi tra i papabili per un ruolo di viceministro. Così come il più accreditato alla Difesa è Adolfo Urso di FdI.
Al partito conservatore andrebbe pure il ministero dell'Istruzione (anche se finora non circolano nomi) e lo Sviluppo economico con Guido Crosetto in pole ma anche in pista per la poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio qualora non dovesse concretizzarsi il passaggio a Palazzo Chigi di Giovanbattista Fazzolari, il più accreditato, in queste ore, per tale poltrona. Ma pronto anche per il dicastero per l'attuazione del programma.
In alternativa a nomi squisitamente politici, si potrebbe far strada per il sottosegretariato alla presidenza un profilo tecnico. La Lega - complice l'asse rafforzato tra Salvini e Meloni dopo la prova di fiducia al Senato - potrebbe conquistare in tutto 6 ministeri: oltre a Giorgetti e lo 'pseudo-tecnico' Piantedosi, si fa largo l'ipotesi di Salvini alle Infrastrutture. "Sono a disposizione. So cosa so fare. Al Viminale l'ho dimostrato", rammenta.
Si confermerebbe, inoltre,l'ipotesi di Gian Marco Centinaio all'Agricoltura e quella di Roberto Calderoli al ministero delle Riforme. In aggiunta ci potrebbe essere un incarico a Simona Baldassarre per il dicastero della Famiglia e natalità.
Dalla presunta ira meloniana sarebbe 'salva' Elisabetta Casellati, unica a votare insieme al Cav: potrebbe spuntare un incarico alla Pubblica amministrazione. Per FI, oltre a Tajani, entrerebbero nella squadra Annamaria Bernini al dicastero dell'Università, Paolo Zangrillo alla Salute (ministero chiesto espressamente dal partito) che è in alternativa a Guido Bertolaso.
E Alberto Barachini ai Beni culturali, in competizione con Gianpaolo Rossi ex consigliere Rai in quota FdI. Resta sul tavolo anche l'opzione vicepremier, nonostante le perplessità che avrebbe espresso in più di una occasione Meloni, si racconta, forse per non fare un'ulteriore concessione agli alleati rispetto ai ministeri più pesanti che potrebbero essergli assegnati.
Caricamento commenti
Commenta la notizia