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Calvario Marquez, il ritorno resta ancora un enigma

Come sta davvero Marc Marquez? E quando potrà tornare in pista? Se lo chiede in primis la Honda, preoccupata dal calvario del suo pluricampione, ma anche per l'importante investimento sostenuto a febbraio 2020, quando gli ha rinnovato il contratto per quattro anni, senza poter mettere in conto l’incidente di Jerez né le perdite economiche dovute al Covid.

Ma l’incertezza rovina il sonno anche alla Dorna, organizzatrice e detentrice dei diritti sul motomondiale. Per non parlare del diretto interessato, il più in apprensione di tutti. Le ultime notizie ufficiali, contenute in un comunicato di HRC (il ramo corsaiolo del marchio giapponese), una decina di giorni fa informavano che «procede come previsto» la riabilitazione al braccio, operato la terza volta il 3 dicembre per le complicanze dovute ad una pseudoartrosi infetta dell’omero destro. Ma il rischio di una quarta operazione incombe, se gli antibiotici non riusciranno a scongiurare l’osteomielite, una infiammazione acuta dell’osso e del midollo osseo.

In questo caso sarebbe necessario ricorrere ad un fissatore esterno. L’otto volte campione del mondo sui social è prodigo di foto che lo ritraggono in palestra ma, e questo preoccupa non poco, ancora con un tutore in fibra di carbonio che gli sostiene l'arto, fratturato il 19 luglio scorso. Marquez continua un trattamento farmacologico specifico ed intanto si dedica ad un programma funzionale adattato alla sua situazione clinica. Ma sui tempi di recupero per ora nessuno azzarda date, nemmeno sotto forma di ipotesi.

Il ritorno in sella alla RC213V del pilota di Cervera non è ancora una luce in fondo al tunnel. A lui basterebbe sapere con certezza che il 2021 lo rivedrà non più solo spettatore. Lui lancia messaggi: «#rehabilitation #preseason».

Ci tiene a far sapere che ha iniziato la preparazione invernale per tornare in griglia, «passo dopo passo» perché «la vita è noiosa senza MotoGP». Mentre Marquez lavora e suda, Honda attende. Ma non solo. Secondo il magazine Moto Revue avrebbe deciso di indagare, con propri esperti inviati in Europa, su eventuali negligenze mediche che possano aver compromesso il recupero di Marquez. Lo stipendio 2020 (15 milioni di euro) gli è stato pagato per intero, ma se l’assenza si prolungasse il costruttore potrebbe chiedere una revisione del contratto.

Honda sa pure che non può addossare solo a Marquez la responsabilità del ritorno in pista appena quattro giorni dopo il primo intervento. A Xavier Mir, il traumatologo che l’ha operato le prime due volte, ed al dott Angel Charte, che l’ha dichiarato idoneo, fischiano le orecchie. Quanto all’immediato futuro, Stefan Bradl, collaudatore che ha sostituito lo spagnolo durante la scorsa stagione, dovrebbe essere confermato anche per i primi test ufficiali del 6 marzo, in Qatar, al fianco di Pol Espargarò, nuovo pilota ufficiale della Repsol Honda in MotoGp, dove ha preso il posto di Alex Marquaz. «Presumo che correrò io a Losail, come sostituto di Marc. Non ho informazioni ufficiali da HRC, ma non mi aspetto di vederlo nei test di febbraio» ha dichiarato a 'Speedweek' il tedesco.

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