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L'Inter vince a Napoli, bufera su Sarri. Mancini: "Mi ha dato del gay"

Scontro a fine gara. Il tecnico dei partenopei poi si scusa

ROMA. Un insulto di troppo, odioso, che tira in ballo un tema, quello dell'omofobia, tanto odioso quanto difficile da scardinare. "Sarri mi ha detto frocio e finocchio, deve vergognarsi. Gente come lui non può stare nel mondo del calcio". "Ero furioso mi scuso ma certe cose devono rimanere in campo".

E' il botta e risposta nel dopopartita di Napoli-Inter tra Roberto Mancini e Maurizio Sarri. Un insulto, quello di Sarri al tecnico nerazzurro, raccontato in diretta tv dallo stesso Mancini ai microfoni di Raisport. "Ero andato a protestare per il recupero - ha spiegato furioso Mancini nel dopo gara - e Sarri mi ha dato del 'finocchio' e del 'frocio'. E' un razzista, non può stare nel mondo del calcio. Negli spogliatoi - ha detto - sono andato a cercare Sarri e lui mi ha chiesto scusa, ma io gli ho risposto che si deve solo vergognare. In Inghilterra non lo farebbero allenare, ma neanche entrare al campo di allenamento".

Immediate, e sempre in diretta tv, arrivano le scuse di Sarri, a Mancini, ma soprattutto agli omosessuali. "Ho perso lucidità - si è giustificato Sarri - ma sono cose da campo che dovrebbero finire in campo. Era un insulto di rabbia, mi è scappata una parola, ma non tiriamo fuori l'omofobia. Mi sono scusato con Mancini in privato e pubblicamente. Mi sembrava una normale litigata con toni da non usare. Mi è sfuggito questo termine, le mie scuse agli omosessuali sono palesi''. Sarri ha poi aggiunto in sala stampa: "Quando ho chiesto scusa a Mancini negli spogliatoi, mi ha detto sei un vecchio cazzone, quindi credo non abbia accettato le mie scuse''.

LA PARTITA. Vince l'Inter in Coppa Italia, vendicando il successo del Napoli già registrato in campionato poco più di un mese e mezzo fa. La vittoria vale per la squadra di Mancini la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia. Per conoscere l'avversaria si dovrà aspettare l'esito della gara di domani sera all'Olimpico di Roma tra Lazio e Juventus. Sarri e Mancini, è evidente dalla lettura dei tabellini iniziali, si preoccupano molto più del campionato che della Coppa Italia.

Il Napoli si schiera con sei riserve mentre Mancini manda inizialmente in panchina Murillo, D'Ambrosio, Brozovic ed Icardi. La differenza tra Napoli ed Inter di campionato e di coppa Italia è particolarmente evidente nella prima frazione di gioco. La cifra tecnica delle due squadre è decisamente inferiore a quella cui si è abituati. Il Napoli dimostra però che anche le riserve hanno saputo assimilare gli schemi del proprio allenatore, con altrettanta meticolosa precisione rispetto ai titolari.

L'Inter, invece, si affida più all'improvvisazione che all'organizzazione. In sostanza il Napoli è più squadra rispetto agli avversari e la differenza si percepisce con maggiore evidenza quando gli azzurri, peraltro in non più di un paio di circostanze con Callejon e Gabbiadini, riescono a creare qualche problema alla difesa milanese. Nel secondo tempo il copione della gara rimane inalterato ma proprio quando il Napoli, con gli ingressi in campo di Hamisk, Jorginho ed Higuain, mette in campo più qualità, l'Inter trova il gol del vantaggio con Jovetic che sfrutta abilmente con un'azione personale un errore a centrocampo di Hamsik.

La gara si incanala così verso un finale favorevole agli ospiti. Gli azzurri sono incapaci di mordere e quando si riversano in avanti negli ultimi minuti alla ricerca del gol del pareggio, l'Inter li punisce con un contropiede fulminante di Ljaijc che chiude il conto ad una manciata di secondi dal fischio di chiusura. Il pubblico del San Paolo è deluso ma incita ugualmente gli azzurri e si riscalda soltanto quando un prolungato ed inusuale litigio fra Sarri e Mancini (che finiscono entrambi per venire espulsi) li mette in condizione di inveire contro il tecnico nerazzurro. Mancini, è vero, raggiunge anzitempo gli spogliatoi ma si porta a casa la qualificazione alla semifinale e rimane in corsa per la conquista di un importante trofeo.

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