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Gli anziani in Sicilia: «Vivono meglio ma dovrebbero anche curarsi di più»

Sedentarietà e dipendenza dal fumo sono i difetti peggiori degli over 65 nell’Isola, dice Ignazio Tozzo dirigente dell’assessorato regionale alla Salute

ROMA. «Gli anziani siciliani vivono sempre più a lungo. Bevono pochi alcolici, ma fumano troppo e fanno poca attività fisica». Lo spiega Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento Attività Sanitarie e dell'osservatorio epidemiologico dell'assessorato regionale alla Salute. Tozzo spiega così i dati della ricerca «Passi d'argento» realizzata per conoscere lo stato di salute della terza età e prevenire l'esclusione sociale, il rischio disabilità e le malattie degenerative.

Cosa è «Passi d'argento»?
«Per studiare lo stato di salute degli anziani e predisporre i programmi di prevenzione a loro dedicati è nato il programma “Passi d'argento”. Il sistema è promosso dal Ministero della Salute, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e attivato in Sicilia con la collaborazione della rete sanitaria (assessorato Salute e Asp) e della rete sociale (assessorato Famiglia-Politiche Sociali e Comuni). Lo studio è stato attivato dal dipartimento per le attività sanitarie. I risultati si riferiscono ad un campione di più di mille persone con oltre 65 anni intervistati a casa propria al telefono o di persona».

Cosa è emerso?
«La Sicilia è una delle regioni italiane con la maggiore sopravvivenza. Nell'isola vivono quasi un milione di anziani. L'aspettativa di vita oggi ha raggiunto, in media, gli 84 anni per le donne e i 79 per gli uomini. Con il crescere dell'età media crescono anche le esigenze di salute e di qualità della vita. Lo studio dice che gli anziani siciliani sono mediamente in buona salute (46%) ma quasi la metà di essi è a rischio fragilità ed il 70% soffre di almeno una malattia cronico-degenerativa. Mentre il 34% degli ultra sessantacinquenni è a rischio di disabilità. Rilevanti problemi uditivi e di vista.

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