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Dormire fa bene: difende gli anziani dal rischio demenza

Il cervello si riassesta e riordina

ROMA. Un riposo ristoratore mette gli anziani al riparo dal rischio demenza. Chi soffre di disturbi del sonno come l'apnea notturna o non trascorre un numero sufficiente di ore nel cosiddetto 'sonno profondo' - la fase del sonno in cui ci rigeneriamo e il cervello si riassesta e riordina - potrebbero infatti avere un rischio maggiore di soffrire della malattia. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Neurology e condotto da Rebecca Gelber del VA Pacific Islands Health Care System ad Honolulu, Hawaii.

Già numerosi studi in passato hanno insinuato il dubbio che i disturbi del sonno in qualche modo favorissero l'insorgenza della demenza, per esempio del morbo di Alzheimer. In questo lavoro gli esperti hanno tenuto sotto osservazione per diversi anni un campione di 167 anziani di età media 84 anni all'inizio dello studio. 

I volontari sono stati studiati durante il sonno direttamente nelle loro case; in particolare con strumenti ad hoc è stato misurato se soffrissero di apnee notturne, un disturbo respiratorio che reca anche danni al cervello a causa di piccole ma significative carenze temporanee di ossigenazione.

I ricercatori hanno anche misurato quante ore di sonno profondo dormissero, ovvero quante ore del sonno più importante, quello durante cui il cervello si rigenera e si riordina recuperando rispetto alle fatiche sostenute durante il giorno appena trascorso. Ebbene, è emerso che in presenza di uno o entrambi i disturbi del sonno gli anziani presentano evidenti segni di danno cerebrale noti appunto per il loro rapporto con il rischio di ammalarsi di demenza.

 

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