Alzi la mano chi pensava che i Meduza fossero italiani. Che brani come Piece Of Your Heart, Paradise e Tell It To My Heart portassero la firma di Mattia Vitale, Simone Giani e Luca De Gregorio. Il trio di producer da oltre 8 miliardi di stream, con centinaia di certificazioni in tutto il mondo e un tour mondiale con 15 date sold out solo negli Stati Uniti.
«In Italia molti ci conoscono, senza sapere che siamo italiani: un po’ perché scriviamo in inglese, un po’ perché non abbiamo mai dato troppo risalto ai nostri volti», raccontano i tre ragazzi sbarcati a Sanremo da Londra e Washington, chiamati come superospiti della prima serata del festival.
«Rappresentiamo la musica dance italiana, e anche se non scriviamo in italiano per noi il festival è un’istituzione. E anche se all’estero va tutto per il meglio, quando ci hanno chiamato qui è stata un’emozione diversa». Sono tra i producer più famosi e richiesti al mondo, ma come nelle migliori tradizioni, nessuno profeta in patria. «In realtà ci fa piacere se qualcuno si è chiesto chi siamo. Vuol dire che comunque c'è interesse - dice il trio -. E subito dopo l'annuncio della nostra presenza, c'è stato un picco di visualizzazioni dei nostri brani. A noi interessa essere su questo palco per dare un pò di spazio alla musica elettronica e all’house che all’Ariston non erano arrivate. Speriamo sia un punto di partenza anche per altri». Del resto è un momento più che mai aureo per la musica italiana, che ha dato prova su più fronti - nella house music elettronica così come nel rock - di poter valicare i confini nazionali e posizionarsi sul tetto del mondo. A Sanremo i Meduza sono arrivati accompagnati da Hozier, cantautore e musicista irlandese. Insieme è nato Tell It To My Heart, brano uscito lo scorso ottobre che ha totalizzato un milione di stream in meno di 24 ore dall’uscita e che oggi vanta più di 100 milioni di riproduzioni, in vetta al primo posto nella Dance Radio Chart americana, un primo posto che i Meduza hanno già raggiunto per ben tre volte con i precedenti singoli. Nel 2021 sono stati scelti da Ed Sheeran per il primo remix ufficiale di Bad Habits. «L'estero ci ha dato molto spazio e molte soddisfazioni. È bello essere italiani all’estero. Siamo molto apprezzati».
L’Italia vista da fuori? «Siamo considerati il Paese delle vacanze, soprattutto dagli americani». L’idea di poter in un futuro scrivere in italiano e magari partecipare in gara? «Al momento non ci abbiamo pensato, magari in futuro, magari scegliendo qualche voce particolare come quelle di Damiano dei Maneskin, di Blanco o di Mahmood. Li abbiamo incontrati qui, chissà...». Con loro Hozier, che già nel 2016 era stato all’Ariston. «È bellissimo qui. Il clima, il cibo, i suoni, i sapori. Festival strano? Ma no, ogni Paese ha qualcosa di rappresentativo. Ed è un appuntamento che ogni anno viene segnato sul calendario».
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