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Il Festival parte con 12 big, Fiorello e la sorpresa Berrettini

Amadeus

La sorpresa della vigilia è Matteo Berrettini: il tennista romano, unico italiano ad aver disputato la finale di Wimbledon, reduce da Melbourne, dove si è inchinato a Rafael Nadal alla semifinale degli Australian Open, sarà all’Ariston domani sera (1 febbraio), ospite della prima serata del festival. E a tenere alta la bandiera dello sport, cara al direttore artistico e conduttore Amadeus, anche uno spazio dedicato alle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026: durante il festival, probabilmente mercoledì, dal palco sarà lanciato il concorso per la scelta dell’inno dei Giochi, con la complicità - a quanto si apprende - di due voci d’eccezione, Arisa a Malika Ayane. A decidere sarà il pubblico, votando online, come accadde l’anno scorso con il logo della manifestazione.

Ultime prove e ritocchi alla scaletta

Per il resto a Sanremo è tempo di ultime prove, un occhio ai ritocchi in scaletta, l’altro al protocollo di sicurezza e allo slalom tra i timori di contagio. E un pò di scaramanzia non guasta: «Non c’è un piano B: se mi prendo il Covid restate qua con me finché non guarisco», sorride Amadeus in sala stampa. Evitati anche i rischi di sovrapposizione con il voto per il Quirinale: «Ero abbastanza sicuro che entro il weekend il Parlamento avrebbe deciso - dice il direttore artistico -. Sono convinto che la rielezione di Mattarella sia stata la scelta migliore». «Un bel segnale mandato all’intero Paese», gli fa eco il direttore di Rai1, Stefano Coletta.

Ama e Ciuri ancora insieme sul palco

Il «festival della gioia» ripartirà dal sodalizio con Fiorello: Ama e Ciuri ancora insieme sul palco, con il primo a fare da spalla al secondo, forse anche al ritmo di musica. «Ero quasi convinto che non sarebbe venuto - confessa Amadeus - ma come un martello pneumatico l’ho stressato dall’estate. Fino alla settimana scorsa, quando gli ho spiegato che avevo fatto preparare la sua sagoma con cui avrei camminato sul palco. ’Cornutazzo, secondo te potevo lasciare il mio amico da solo?’, mi ha detto, arrivando a sorpresa. E’ una persona generosa, lo ringrazierò per sempre». Due, forse tre i momenti in cui lo showman tornerà sul palco per lasciare il segno - tra allegria, spontaneità, imprevedibilità - su un festival che si confronta ancora con l’emergenza sanitaria, ma può contare sull’Ariston pieno: e chissà che proprio il calore del pubblico in sala, grande assente l’anno scorso, non convinca Fiore a regalare incursioni anche nelle altre serate.

La serata di apertura con i Maneskin

Non ci saranno gli ospiti internazionali (“Servono accordi mesi prima, per conciliare la presenza con le loro tournée e con le notizie sulla pandemia: è difficile per non dire impossibile averli in questa fase”), ma in compenso domani arriveranno i Maneskin, ormai la band più ricercata al mondo, e i Meduza. Co-conduttrice Ornella Muti, «donna iconica del cinema con i suoi 90 film e anni di carriera: volevo partire con una donna che potesse raccontare qualcosa di sé, ma che rappresentasse anche il cinema italiano», sottolinea Amadeus.

Giorno 2 tocca a Checco Zalone

Mercoledì tocca a Checco Zalone: molto attesa - e top secret - la performance dell’attore e regista pugliese, campione dell’irriverenza, che sicuramente canterà e proporrà un monologo, prendendo spunto alla sua maniera dall’attualità e anche dalle ansie da pandemia. Intanto a precederlo uno «scherzo da prete» lanciato dalla parrocchia del suo paese Capurso, che promuoveva un finto casting tra fedeli per l’Ariston. Nel «festival di tutti», promette il direttore di Rai1 Stefano Coletta, accanto all’evasione «ci sarà spazio anche per momenti di riflessione». Ma non si parlerà in senso stretto di Covid: «Ho sempre detto cosa penso dei vaccini, ho fatto la terza dose. Ma penso che la gente abbia bisogno di altro», dice Amadeus. Quanto ai cantanti, «la Rai segue le leggi nazionali: sotto i 50 anni non c’è un obbligo di vaccino. La selezione degli artisti sul palco non può essere dirimente distinguendo vaccinati e no vax: si tratta di dati sensibili, che la Rai non può chiedere», precisa il direttore di rete.

Al via 12 artisti in gara

Dodici Artisti in gara, il ritorno dei Maneskin, la dance dei Meduza, la sorpresa Matteo Berrettini e naturalmente Fiorello. Prende forma la prima serata del 72/o festival di Sanremo, al via domani sera su Rai1. Sul palco, accanto al direttore artistico e conduttore Amadeus, ci sarà Ornella Muti, icona del cinema italiano, 50 anni di carriera e oltre 200 film con i più grandi registi: tra leggerezza e impegno, porterà all’Ariston anche i temi dell’ecosostenibilità.
In gara i primi 12 big (l’ordine di uscita è in via di definizione): Gianni Morandi, Noemi, La Rappresentante di Lista, Yuman, Giusy Ferreri, Dargen D’Amico, Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir, Rkomi, Mahmood & Blanco, Michele Bravi, Ana Mena e Massimo Ranieri. I loro brani verranno votati, in maniera disgiunta, dalle tre componenti della Giuria della Stampa, Tv, Radio e Web (che peseranno al 33% per carta stampa e tv, 33% per il web, 34% per le radio) e si avrà così la prima classifica del festival. Marcato a uomo da mesi, all’Ariston tornerà Fiorello, per due o forse tre momenti di spettacolo in cui coinvolgerà l’amico Amadeus e farà sponda con il pubblico, tornato a riempire il teatro. E chissà che non si misuri in qualche ‘scambiò anche con Berrettini, appena salito al sesto posto del ranking Atp.. Debutto al festival per i Meduza: il trio di producer italiani Mattia Vitale, Simone Giani e Luca De Gregorio, 8 miliardi di stream, centinaia di certificazioni worldwide, sarà sul palco con Hozier, con cui divide il brano dei record Tell It To My Heart.

Raccolta pubblicitaria record: oltre 38 milioni

A sorridere è Rai Pubblicità: i conti si fanno alla fine, ma l’ad Gian Paolo Tagliavia può già annunciare «il superamento della raccolta record» dell’anno scorso, 38 milioni. Dal modello delle sponsorizzazioni si è passati a quello delle partnership, con Plenitude - Eni Gas e Luce, Costa Crociere, Suzuki, Lavazza e Ferrero in prima fila e la «sostenibilità» come filo rosso. Contro Eni si schierano però Greenpeace e i Verdi, puntando il dito contro il tentativo di «greenwashing“: «si usa il palco del festival - è l’accusa - per nascondere le responsabilità nella crisi climatica».

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