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Influenza di ottobre, sintomi e cure: i 5 falsi miti a cui non credere

Arrivata l'influenza, ma l'Oms avverte: ci sono falsi miti

La lista delle fake news è lunga, soprattutto in campo sanitario. Sull'influenza di ottobre 2019, sui suoi sintomi, gli effetti e i rimedi proliferano notizie di tutti i tipi, soprattutto sui social.

Ed ecco che allora l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha pubblicato sul portale i 5 più frequenti falsi miti sul tema. Per esempio non è vero che il vaccino antinfluenzale faccia venire l'influenza, così come non è vero che le donne in gravidanza non possano essere vaccinate. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), invece ribadisce che ottobre è il mese giusto per proteggersi dal virus e, a conclusione della Flu Awareness Week (21-25 ottobre), ricorda come ogni anno il virus costringa a letto 50 milioni di europei, causando a seconda degli anni fra 15.000 e 70.000 morti.

Sono gli anziani, le donne in gravidanza e i malati cronici le persone che hanno maggiori probabilità di sviluppare complicanze rispetto al resto della popolazione. Mirano a loro le campagne vaccinali che offrono i vaccini gratuitamente, così come agli operatori sanitari, "che sono più esposti e dovrebbero essere vaccinati per proteggere se stessi e i pazienti", scrive l'Ecdc. A frenare però sono ancora alcuni luoghi comuni privi di basi scientifiche.

- Il primo mito che l'Oms vuole sfatare: non è vero che "l'influenza non è grave e quindi non è necessario il vaccino". Normalmente si guarisce in pochi giorni, "ma alcune persone possono sviluppare complicanze tra cui sinusite e otite, polmonite, infiammazioni del cuore o del cervello" e "fino a 650.000 persone all'anno nel mondo possono morire per malattie respiratorie collegate all'influenza".

- Mito numero 2: "L'antinfluenzale può provocarmi l'influenza". Sbagliato, perché "contiene un virus inattivato che non può causare la malattia".

- Il mito numero 3 riguarda la paura che possa "causare gravi effetti collaterali", che sono invece estremamente rari, circa uno su 1 milione di dosi.

- Il mito numero 4 riguarda la presunta inefficacia: "Ho avuto l'influenza, nonostante avessi fatto il vaccino, quindi non funziona". Falso, afferma l'Oms: "Il motivo per cui le persone vaccinate possono contrarre il virus è che il vaccino è specifico per i ceppi maggiormente circolanti", non per tutti. Tuttavia "essere vaccinati migliora la possibilità di essere protetti".

- Il mito 5: "Sono incinta, potrebbe far male al bimbo". Proprio le donne incinte, invece, "dovrebbero vaccinarsi poiché i loro sistemi immunitari sono più deboli e il vaccino inattivato è sicuro in qualsiasi fase della gravidanza". Tra i principali destinatari della campagna informativa ci sono gli anziani, una fascia della popolazione nella quale in Italia siamo ancora lontani dall'aver raggiunto il target di copertura consigliato. "Bisogna spiegare con chiarezza - precisa Tommasa Maio, responsabile dell'Area Vaccini della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) - che le vaccinazioni proteggono i singoli soggetti dalle gravi complicanze dell'influenza, che non sono così rare come erroneamente ritenuto, ma proteggono anche la collettività grazie alla minore circolazione dei virus. Permettono, infatti, il risparmio di giornate di lavoro perse e dei costi di trattamenti e ospedalizzazioni".

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