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Il nodo Cancelleri scuote il M5s, serrate trattative con Grillo a Roma

Beppe Grillo esce dal Tempio di Adriano

La giornata ad altissima tensione è terminata senza un annuncio ufficiale. La candidatura di Giancarlo Cancelleri alle primarie del centrosinistra in deroga al principio cardine secondo cui ogni grillino può restare in sella solo per due legislature resta appesa a un filo. Bocciata da Grillo per tutta la giornata ha ripreso quota in serata su pressing di Conte. Ma, comunque finisca, il Movimento esce di nuovo lacerato da una trattativa che rischia di piegare le fondamenta del grillismo.
Il tempo potrebbe giocare un ruolo fondamentale. Cancelleri chiede da mesi di essere autorizzato a correre per le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato alla presidenza della Regione: si svolgeranno il 23 luglio ma il termine per candidarsi scade alle 23,59 di domani.

Beppe Grillo rimarrà a Roma ancora domani per terminare il giro di incontri con i parlamentari M5s (rinviati al giorno dopo gli appuntamenti di stasera in Senato). Al garante - fermo sul no alla deroga per il tetto dei due mandati nei confronti chi ha già più di una legislatura alle spalle - è giunto, si apprende, il pressing di una parte degli eletti per un appoggio esterno al governo. La questione riguarda i temi-battaglia del Movimento. E questo, a cominciare dalla transizione ecologica, significa l’attuazione del superbonus 110% per l’edilizia.
Sul tavolo pesa  il caso di Giancarlo Cancelleri.  Grillo oggi ai cronisti ha ribadito che M5s sostiene l’Esecutivo e ai suoi avrebbe spiegato che se bisogna uscire è solo se vi è un motivo forte per farlo, non per un solo tema che magari non va avanti. Secondo alcune fonti parlamentari, il problema, però, va posto in altri termini: il punto è non se uscire ma quando farlo, e ora sarebbe prematuro. Anche perchè significherebbe mettere un’arma in mano a Luigi Di Maio che potrebbe accusare «strumentalmente» il Movimento di essere inaffidabile.

La questione dei rapporti con il governo riguarda non solo i grandi temi ma anche tutte le proposte quotidiane che potrebbero avanzare i 5 stelle e che passano dal Mef, dove - questo il ragionamento - siede la viceministra Laura Castelli che, passata a Ipf, potrebbe bloccarle.
Quanto al doppio mandato, Grillo avrebbe assunto posizioni ferree, spiegando che è un principio fondante e che la deroga per un 5-10% degli eletti sarebbe discrezionale. Sul punto ha chiesto a chi ha alle spalle due legislature, viene riferito, di supportare questa sua posizione. Bisogna far crescere la struttura, avrebbe sottolineato il garante, poi si vedrà come non disperdere le esperienze maturate. Su questo versante non sarebbe prevista alcuna consultazione della rete degli attivisti.
Sulla vicenda Cancelleri restano una manciata di ore per decidere, visto che il tempo per il deposito della sua candidatura sta per scadere. Oggi, in Parlamento, si ragionava sull'ipotesi di consentire la possibilità di deroga al doppio mandato nel caso in cui un ex eletto in Regione si candidasse a Presidente della stessa. Ma di questo dovrebbero discuterne il Garante e Conte. In Parlamento c'è, in ogni caso, chi osserva che se Cancelleri lasciasse M5s con lui se ne andrebbe un sacco di gente.
Ma tant'è. Oggi Beppe Grillo ai cronisti che insistevano sull'appoggio esterno, ha replicato: «Ma siete esaltati coprite con non cose le cose vere. Quando vi comporterete bene con me, con noi, con il Movimento faremo delle belle interviste». Poi ha scherzato: «Ragazzi è successo un casino con Conte: è passato con Di Maio. Vado a convincerlo a tornare». Quindi ha raggiunto Conte ad un convegno sul Metaverso dove i due i sono salutati con un abbraccio.

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