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Manovra, il governo ancora sotto all'Ars: salta la norma sui contenziosi

Gaetano Armao

Il governo è finito Ko per la terza volta in poche ore. E questa volta all’Ars si è consumato uno strappo che ha provocato l’irritazione dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, pronto a modificare varie voci di spesa per rispondere al voto con cui l’opposizione e i franchi tiratori hanno cancellato una delle misure di maggiore peso della Finanziaria.

E’ successo quando è arrivata all’esame del Parlamento la norma che avrebbe stanziato 5,1 milioni per risolvere alcuni contenziosi pendenti e che coinvolgono enti della galassia regionale. La norma è stata difesa pubblicamente da Armao, che ha chiesto “un atto di responsabilità del Parlamento”. Un appello pronunciato poco prima che venisse messo ai voti un emendamento del Pd che puntava alla cancellazione di questa norma. L’appello è chiaramente caduto nel vuoto, visto che la cancellazione della norma voluta da Armao è passata con 34 voti a favore. Molti di più di quelli su cui può contare in aula l’opposizione composta da Pd e grillini (Fava ha invece annunciato da tempo che non avrebbe partecipato alle votazioni per protesta contro il mancato esame della manovra in commissione).

A sostegno della norma proposta dal governo hanno votato, invece, solo 21 deputati ma in aula erano presenti ben 31 uomini della maggioranza: i franchi tiratori sono stati almeno dieci.

Di fronte al voto segreto che ha mandato Ko il governo, il terzo nella giornata, Armao ha mostrato tutta la sua irritazione: “Ora per compensare la perdita di questo finanziamento saremo costretti ad aumentare di 20 milioni il fondo destinato alla copertura dei contenziosi. E dunque modificherò altre voci di spesa per trovare questa provvista finanziaria”. Una minaccia che ha provocato la risposta contraria del Pd: “Non la prenda come un fatto personale. Era solo una norma sbagliata” ha sintetizzato Antonello Cracolici.

Poco prima l'’Ars aveva approvato la norma del ddl stabilità (art.15) che stanzia 170 milioni circa per il settore della forestazione. L’esame della manovra sta procedendo a rilento per l’accantonamento di numeri articoli per via della richiesta di approfondimenti, speso arrivata dalle opposizioni.

Bocciata la norma che assegnava fondi alle imprese per realizzare dispositivi anti Covid. Con la finanziaria di due anni fa, l’Ars aveva approvato una norma che assegnava 20 milioni di euro di contributi alle imprese siciliane che si erano riconvertite per produrre dispositivi anti-Covid come mascherine e gel igienizzante. Una decina le imprese che aveva presentato le istanze all’Irfis che aveva respinto gran parte delle domande perché la norma non prevedeva la cumulabilità del contributi con altri benefici, tra cui il credito d’imposta cui le aziende avevano fatto richiesta perché nonostante la norma per oltre un anno l’amministrazione non aveva predisposto i decreti attuativi. In serata l’Ars ha bocciato la norma del ddl stabilità (comma 6 dell’art.19) che «sanava» la questione in quanto recependo il contenuto di una circolare della Ragioneria generale dello Stato toglieva il vincolo della non cumulabilità dei benefici: la norma è stata cassata in quanto è stato approvato con voto segreto (28 favorevoli e 20 contrari) un emendamento soppressivo proposto dal M5s.

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