Uno o due anni di tagli inevitabili, ma poi le casse della Regione, secondo Nello Musumeci si aggiusteranno. Lo ha detto il governatore incontrando a Palazzo d'Orleans la stampa per i tradizionali auguri di fine anno. "La condizione finanziaria sarà un elemento che limiterà, per fortuna, solo la spesa corrente e non quella per gli investimenti: dovremo necessariamente operare tagli per un anno, forse per due, poi andremo in pianura se non in discesa".
La Regione prepara la sforbiciata che riguarderà pesantemente i Comuni, i trasporti, gli aeroporti minori e le scuole. I sindaci perderanno 87 milioni, stangata anche per gli aeroporti di Birgi e Comiso a cui vengono tagliati rispettivamente 4,6 e 750 mila euro. I tagli sono la conseguenza della manovra correttiva che la giunta ha approvato ieri per coprire il buco, operazione richiesta dalla Corte dei Conti col giudizio di parifica della Corte dei Conti.
"Siamo fiduciosi nel potere rispondere alle richieste della Corte dei conti anche se con molta difficoltà. Fuori dal Palazzo non si può pensare che il problema della finanza regionale, che il pm dice risalente almeno al 1994, si può affrontare senza sacrifici e rinunce da parte di tutti".
La speranza è che da Roma si possa spalmare il debito in 10 anni. E Musumeci lancia un appello al governo nazionale: "Chiederemo non elemosine, ma di prendersi in carico il problema degli enti locali, che vivono una condizione di assoluta gravità. Serve una riforma della finanza locale in Sicilia".
Intanto parte la corsa ai tagli: "Siamo perfettamente convinti che la manovra non sia una passeggiata: 15 miliardi da recuperare, tra disavanzo e debiti, sono tanti. Qui non ci sono scienziati e lavoriamo con gli strumenti di cui disponiamo. Riteniamo di avere predisposto uno strumento contabile capace di rispondere alle esigenze del momento, se servirà un aggiustamento lo faremo".
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