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Manovra: salve le finestre di Quota 100, non c'è intesa su partite Iva e famiglia

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri

Manovra a caccia di risorse perchè, anche con un 'congelamento' di spese a copertura di Quota 100, vuole garantire i conti dai rilievi di Bruxelles. Ma i nodi da sciogliere non mancano per definire il testo della Legge di Bilancio: dalla flat tax delle partite Iva, confermata al 15% per i redditi sotto i 65 mila euro ma che potrebbe prevedere alcuni paletti, alla rimodulazione delle risorse previste per la famiglia i cui meccanismi sono ancora al centro del confronto tra i fautori degli attuali bonus e chi vorrebbe l'assegno unico per ciascun figlio.

Una volta in vigore il decreto fiscale ora il focus è sulla legge di Bilancio. Il ministro Roberto Gualtieri ha riunito al ministero dell'Economia per un confronto domenicale e serale i sottosegretari di Pd, M5s, Leu e il deputato Luigi Marattin per Italia viva. Si è lavorato su una prima bozza predisposta dai tecnici, sulla base delle intese di massima raggiunte in maggioranza.

Ma tanto resta ancora da definire e serve ancora tempo se nell'agende dei tecnici si punta a portare il testo in Parlamento solo all'inizio di novembre, forse il 4. Non sembrano ad ora previste modifiche alle finestre di quota 100, nonostante l'insistenza di Iv. Ma si stimano maggiori risparmi, che consentiranno di congelare spese per 300 milioni nel 2020, 900 milioni nel 2021 e 500 nel 2022. E' il cosiddetto 'freezing' che serve proprio come garanzia rispetto ai 'timori' della Commissione Europea.
Ma sulla famiglia la maggioranza è ancora divisa. Il fondo appostato vale 2 miliardi. Da un lato c'è chi, come Iv, vorrebbe affiancare al bonus asili nido il rinnovo dei bonus bebè del passato e chi, come il Pd, vorrebbe un intervento organico che porti verso l'assegno unico. Sugli asili nido dovrebbero esserci 150 milioni su 600. I sindaci Pd spingono perché vengano dati ai Comuni perché decidano come assegnarli, a seconda delle esigenze dei territori, e non direttamente alle famiglie: tra i Dem c'è chi è a favore di questa linea.

Sulle partite Iva, la flat tax rimane fino a quota 65mila euro di reddito. E sono d'accordo, tutti d'accordo invece sulla possibilità che ci sia un tetto al cumulo con eventuale redditi da lavoro dipendente, che rimarrebbe fissato a 30mila euro. Si discute ancora, invece, se porre un limite anche alle spese per beni strumentali e per il personale: il M5s non vorrebbe questi due paletti ma l'ipotesi è ancora sul tavolo e ci rimarrà finché non si riusciranno a trovare risorse alternative.

Altro tema delicato è quello delle micro-tasse. Su cedolare secca, che passa dal 10 al 12,5% sugli affitti concordati, e sugar tax si vedrà in Parlamento se ci sono risorse per abolirle ma intanto si lavora per limitare la tassa sulla plastica in modo che non siano penalizzati i materiali riciclabili.

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