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Trattative M5s-Pd, i Dem votano sì all'intesa. Di Maio: "Basta colpirmi"

AGGIORNAMENTO DELLE 12.30: Sul voto sulla piattaforma Rousseau il Quirinale si atterrà alle decisioni dei gruppi parlamentari che sono consultati anche oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E' quanto trapela al termine delle prime consultazioni di questa mattina.

AGGIORNAMENTO DELLE 12.24: "Vi chiedo, nell'approvare questa relazione, un mandato chiaro per esprimere oggi pomeriggio al Presidente della Repubblica la nostra disponibilità a verificare con il Presidente incaricato le condizioni politiche e programmatiche e contribuire a dare vita al nuovo Governo", ha detto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, nella relazione alla direzione del partito.

AGGIORNAMENTO DELLE 11.19: "Il Presidente Mattarella sa bene di non avere obbligo costituzionale alcuno di dare il via libera a un governo, lo dico con umiltà, e di non farsi notaio di un patto delle poltrone". Lo ha detto Giorgia Meloni, al termine delle consultazioni al Quirinale, che ha aggiunto "Abbiamo ribadito la nostra posizione chiara e semplice. Per noi l’unico o sbocco possibile è lo scioglimento immediato delle Camere ed il ritorno alle urne. Abbiamo chiesto a Mattarella di valutarlo anche nel caso in cui M5S e Pd confermassero la loro volontà di procedere verso il 'patto della poltrona', che è un inganno". Giorgia Meloni ha invitato poi gli italiani "delusi" a "manifestare in piazza Montecitorio, il giorno della fiducia" se il governo verrà formato.

AGGIORNAMENTO DELLE 11.17: La direzione del Pd ha dato mandato a Zingaretti a dare la disponibilità nelle consultazioni a verificare le possibilità di un nuovo governo con un mandato esplorativo. Tutti i componenti della direzione hanno votato a favore della relazione del segretario, tranne - a quanto si apprende - il senatore Matteo Richetti che ha detto no. La direzione Dem è poi terminata.

AGGIORNAMENTO DELLE 11.11: "Vi chiedo un mandato chiaro per dare al capo dello Stato la nostra disponibilità a verificare con il presidente incaricato la possibilità di dare vita ad un governo per il Paese". Lo ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti in direzione.

AGGIORNAMENTO DELLE 11.03: "Il M5s ha sempre dimostrato di voler coinvolgere gli iscritti attraverso la sua piattaforma. Anche quando si tratta di scelte che avvengono nelle istituzioni. Lo dico anche ai colleghi che hanno criticato questa scelta. Il percorso su quando farlo è stato condiviso con gli organi istituzionali, compreso il presidente Conte". Lo ha detto il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli uscendo dalla Camera.

AGGIORNAMENTO DELLE 10.58: "Serve un governo di svolta. La nostra non è una staffetta. Cambio radicale della politica. A partire dal metodo. Il contratto con il premier arbitro non poteva reggere", lo ha detto il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti alla direzione del partito.

AGGIORNAMENTO DELLE 10.53: "Sono ore molto difficili per il Paese, in cui ognuno dovrebbe saper dimostrare responsabilità. Ci siamo ritrovati in una crisi di governo senza un perché, per colpe che non sono certo attribuibili al M5S. Mi sorprende che qualcuno sembri più essere più concentrato a colpire il sottoscritto che a trovare soluzioni per gli italiani. Ma questa è la politica, anzi una certa politica, abituata a concepire il dibattito non come occasione di crescita, bensì come uno scontro continuo e sistematico sulle persone", così Luigi Di Maio prima di entrare a Palazzo Chigi.

AGGIORNAMENTO DELLE 10.38: "La cosa importante è dare un futuro all’Italia con un nuovo governo". Lo afferma il segretario del Pd Nicola Zingaretti entrando alla Camera per partecipare alla direzione del partito.

AGGIORNAMENTO DELLE 10.35: Si è conclusa la riunione alla Camera fra le delegazioni di Pd e M5S a cui hanno partecipato, fra gli altri i capogruppo dem Andrea Marcucci e Graziano Delrio e quelli del Movimento Cinque Stelle Francesco D’uva e Stefano Patuanelli.

AGGIORNAMENTO DELLE 10.15: "Non c'è un problema Di Maio, ma c'è un problema di struttura di governo. Se c'è un premier del Movimento 5 stelle è giusto che ci sia un vicepremier del Partito democratico. Serve a fare comprendere che stiamo entrando in una fase effettivamente nuova". Lo dice Andrea Orlando entrando alla Camera per la direzione del Pd.Non vedo perchè il Pd debba rinunciare ad una figura che sia di raccordo e rappresentanza all'interno del governo", aggiunge Orlando. A chi gli chiede se possa essere lui il futuro vicepremier, Orlando risponde: "Questo non è importante".

AGGIORNAMENTO DELLE 9.22: "Siamo al lavoro sui contenuti". Lo ha detto il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, entrando alla riunione con la delegazione M5S.

"Ribadisco, i veti non sono mai positivi", ha detto Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato, entrando alla Camera per l'incontro fra delegazioni Pd e M5S.

AGGIORNAMENTO DELLE 8.32: "Ognuno ha le sue procedure. Noi seguiamo le nostre", ha detto il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci, a chi gli chiedeva del voto dei Cinque Stelle su Rousseau per l'accordo di governo. "Cominciamo a lavorare, ci auguriamo che sia una bella giornata". Marcucci è entrato alla Camera per l'incontro con i Cinque Stelle.

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Sarebbe stata una telefonata in tarda serata tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti a portare la trattativa tra M5s e Pd per la formazione del governo di nuovo in bilico. Nella conversazione, che non viene confermata né smentita dalle fonti ufficiali pentastellate e Dem, Di Maio - a quanto viene riferito - avrebbe ribadito al segretario Pd che nel nuovo esecutivo vuole continuare a ricoprire il ruolo di vicepremier, accanto a un vicepremier Pd.

Entrambi i leader sono stati riuniti fino a notte con lo stato maggiore dei rispettivi partiti. Nella riunione al Nazareno i dirigenti Pd avrebbero fatto quadrato attorno al segretario nel sostenere il no alla vicepresidenza per il capo M5s: Di Maio vice, con Conte premier, vorrebbe dire per il Pd prendere parte a un "rimpastone", è il ragionamento.

Prima lo sblocco della trattativa per il governo giallorosso. Poi la frenata, dopo il ritorno alla carica di Luigi Di Maio per mantenere il ruolo di vicepremier che il Pd vorrebbe solo per un suo uomo.

A caricare di tensione la partita si aggiunge la decisione dei 5 stelle di chiedere il gradimento della base al governo M5s-Pd tramite il voto online sulla piattaforma Rousseau. Solo dopo il conferimento dell'incarico a Conte.

Tritolo puro che carica la notte di tensione. Non è ancora finita, dunque, e l'intesa non potrà che essere siglata solo all'ultimo momento, poco prima della salita al Quirinale delle delegazioni Pd e dei 5 stelle. Il premier uscente Giuseppe Conte era riuscito a sbloccare la situazione gettando acqua sul fuoco delle accuse contro Luigi di Maio di avere brama di poltrone.

"Di Maio non ha mai chiesto il ministero dell'Interno" sottolinea il premier, al quale, solo poche ore prima, i Dem avevano chiesto di condurre in prima persona la trattativa. Ma nella notte tutto torna al punto di partenza, in un estenuante gioco dell'oca. Luigi Di Maio non vuole rinunciare alla carica di vicepremier. E a questo punto "solo con l'ok degli iscritti il M5S supporterà il nuovo esecutivo", avverte il leader alzando nuovamente la posta nella trattativa.

Così anche al Nazareno le posizioni si irrigidiscono. "Rischia di saltare tutto, perché Luigi Di Maio è tornato a rivendicare la vicepresidenza del Consiglio", affermano fonti Dem secondo le quali, complice anche la scelta della votazione online, il nuovo incontro sul programma previsto in mattinata tra le due delegazioni rischia di essere cancellato. Conte entrerà ufficialmente in campo solo dopo aver avuto l'incarico dal presidente Mattarella, ma con la spada di Damocle della consultazione online e con una base M5S ancora in rivolta per l'abbraccio con i Dem.

Per ora a condurre il difficile dialogo restano Di Maio e il segretario Pd Nicola Zingaretti. E il nodo era e rimane quello del vicepremier. Il Pd considera Conte come esponente 5S e vorrebbe un vicepremier unico, in quota Dem. Il M5S mira a ripetere lo schema giallo-verde: un premier-garante e due vice. Con una terza ipotesi: che alla fine le due parti convergano su un presidente del Consiglio e nessun vice. Le stoccate arrivate dai Dem al capo politico, dopo il vertice notturno di 4 ore, riguardano infatti più il ruolo di vice al quale mira Di Maio che quello di successore di Salvini. "È impossibile uno schema con Di Maio vicepremier", avverte Andrea Marcucci. Per Di Maio scatta il campanello d'allarme. Qualcuno, tra i "filo-Dem" nel Movimento, comincia a temere che l'accordo deflagri.

"Concentriamoci sui temi", è l'invito che Carla Ruocco rivolge al capo politico in vista dell'assemblea notturna dei gruppi. Alla Camera, a cavallo dell'ora di pranzo, cominciano ad arrivare alla spicciolata gli esponenti 5 Stelle per una riunione informale con i capigruppo Stefano Patuanelli e D'Uva, che poi si recano a Palazzo Chigi per incontrare Di Maio. È il momento più delicato della trattativa. E non a caso, in diretta facebook, Matteo Salvini sibila: "M5S e Pd litigano sulle poltrone, come nella Prima Repubblica". E' a quel punto che lo stallo si sblocca. Con una e più telefonate tra Conte e Zingaretti, che chiede garanzie sulla "presenza" del premier nella trattativa. Una trattativa che, sebbene ancora in maniera ufficiosa, ormai sembra contemplare senza più troppe ombre la presenza di Conte a Palazzo Chigi. E nella sala Siani di Montecitorio tornano a riunirsi, questa volta con tanto di photo-op, le delegazioni Pd e M5S, guidate dai capogruppo, per iniziare a lavorare su un documento comune. "È stata una riunione serena, abbiamo approfondito i punti per una base comune programmatica", sottolinea il Pd.

"C'è stato un buon clima, ma non abbiamo parlato di nomi", aggiunge Stefano Patuanelli. Ponendo l'accento su un punto: "Il nostro capo politico è Di Maio e si parla con lui". Parole che suonano come un avvertimento al Pd, ma forse anche ad una certa parte del Movimento: il leader del M5S non è Conte ma Di Maio.

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