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Amministrative in Sicilia: luci e ombre per Lega e M5s, riprende fiato il Pd, tiene il centrodestra "allargato"

Per avere i verdetti della corsa a sindaco nei principali centri chiamati al voto bisognerà attendere i ballottaggi del 12 maggio. Ma l’esito del primo turno permette già di fotografare il voto in Sicilia. La Lega cresce ma non sfonda. Salvini ha investito tantissimo in Sicilia visitando tutte le principali città chiamate alle urne ma approdando al ballottaggio solo a Gela e Mazara del Vallo, dove estromette dal secondo turno gli alleati nazionale grillini.

Il Carroccio puntava per lo più ad ampliare i consensi e dunque la base elettorale in vista delle Europee, visto che partiva da uno striminzito 5 per cento alle Regionali. E in quest’ottica Salvini si dice soddisfatto dalla risposta arrivata dalla Sicilia. E anche il luogotenente siciliano, Igor Gelarda, vede il bicchiere mezzo pieno: “La Lega cresce bene in Sicilia. Ora siamo un partito a forte presa popolare. La linea del buon governo, tracciata da Salvini, è stata recepita dai siciliani”. Una analisi che è basata soprattutto sui voti di lista, che secondo i leghisti dimostreranno la crescita del partito.

Va detto anche che la scelta di correre da sola non ha premiato la Lega, che a Caltanissetta, se avesse sostenuto il candidato del centrodestra lo avrebbe condotto alla vittoria al primo turno.

Invece proprio a Caltanissetta la Lega è fuori da tutto. Non arriva al ballottaggio e sarà costretta a scegliere fra il centrodestra e i grillini. Proprio quello che voleva evitare alla vigilia.

I 5 Stelle possono ancora farcela a Caltanissetta, dove la scelta di fare per la prima volta un’alleanza – seppure con una lista civica – ha pagato. Al ballottaggio però il distacco da rimontare è ampio e il centrodestra parte in vantaggio. I grillini sono costretti anche a incassare le sonore sconfitte a Bagheria e Gela, dove cinque anni fa avevano vinto e adesso non arrivano neppure al ballottaggio. Gli elettori hanno bocciato queste esperienze di governo. Anche se Giancarlo Cancelleri sottolinea come i voti di lista in tutti o quasi i centri chiamati l voto consegnano ai 5 Stelle il ruolo di primo partito: “A Caltanissetta la nostra lista supera il 20%. A Mazara per un pugno di voti non arriviamo al ballottaggio ma siamo il primo partito, così come a Castelvetrano”.

Il centrodestra nella versione larga schierata da Gianfranco Miccichè tiene, come dimostra il risultato di Caltanissetta. Ma è da Gela che arrivano i più importanti elementi di riflessione per i leader del centrodestra perché al ballottaggio arriva un candidato che è stato sostenuto da Forza Italia, dai partiti centristi e da pezzi importanti del Pd. Un modello a cui Miccichè guarda per fronteggiare l’avanzata di Lega e grillini. E va registrato che a Bagheria, senza l’appoggio dei centristi, il centrodestra ha perso al primo turno.

Riprende fiato il Pd, che conquista Aci Castello.  Il Pd può vantarsi anche del risultato di Mazara dove malgrado la spaccatura un suo candidato è al ballottaggio e parte in vantaggio rispetto allo sfidante leghista.

Tanto basta al segretario del Pd, Davide Faraone, per segnalare che “i grillini se li conosci li eviti, perdono e non vanno neanche al ballottaggio dove hanno governato. Mentre Salvini ha piazze piene e urne vuote. Sui 7 Comuni più grandi chiamati al voto il nostro modello civico vince al primo turno o va al ballottaggio con grandi speranze”.

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