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Roma, l'assessore Berdini si dimette: "Periferie in degrado, unica preoccupazione lo stadio"

Paolo Berdini

ROMA. Il progetto per lo stadio della Roma accelera e nelle stesse ore Paolo Berdini, in bilico da giorni, rende irrevocabili le dimissioni da assessore all'Urbanistica della capitale. Lo fa con un duro attacco alla giunta M5S, dopo la sua assenza all'incontro con la società giallorossa e il costruttore Luca Parnasi. «Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche - scrive Berdini in una nota all'ANSA -, invece si continua sulla strada dell'urbanistica contrattata, che come è noto ha provocato immensi danni a Roma». «Adesso basta: abbiamo anche sorvolato sui pettegolezzi da bar - commenta la sindaca Virginia
Raggi -, ora prendiamo atto che l'assessore preferisce continuare a fare polemiche piuttosto che lavorare. Noi andiamo avanti». Raggi potrebbe ora tenere la delega all'Urbanistica.

Finisce così il caso aperto dalle pesanti critiche del professore alla sindaca, raccolte da un cronista del quotidiano La Stampa sei giorni fa. Raggi perde per strada un altro pezzo importante, ennesimo colpo di scena in otto mesi, mentre impazza lo scontro tra M5S con Beppe Grillo in testa e i media. Stavolta sulle chat tra l'ex capo del Personale Raffaele Marra, la sindaca e il possibile candidato premier di M5S Luigi Di Maio.

«Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee - afferma Berdini -. Prendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro». L'urbanista nemico giurato dei 'palazzinarì attacca: «Mentre le periferie sprofondano in degrado senza fine e aumenta l'emergenza abitativa, l'unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma». Il 'nuovo Colosseò evocato da Francesco Totti è il punto cruciale per il 67/enne professore. «La più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa» l'ha bollata così, chiedendo un drastico taglio di cubature.

Berdini dopo aver definito Raggi «impreparata» parlando con il cronista della Stampa, «corte dei miracoli» e «banda» i suoi fedelissimi, oltre a pesanti illazioni sulla sua vita privata, sei giorni fa aveva dato le dimissioni. Raggi le aveva respinte con riserva ed era stata annunciata una verifica sull'operato dell'assessore. Berdini aveva tentato all'inizio di smentire il colloquio-intervista, sbugiardato però dall'audio messo online. Dopo le scuse alla sindaca «con il capo cosparso di cenere e le ginocchia sui ceci» - aveva detto la stessa Raggi -, il professore era finito sotto esame. Due giorni fa in una lettera al Fatto Quotidiano Berdini si era offerto di proseguire «la battaglia per la legalità».

«Pensi a lavorare, la pazienza ha un limite», la replica gelida della sindaca. Molte le perplessità sull'assessore tra gli stessi consiglieri M5S. «Si è intensificata la sua attività mediatica negli ultimi giorni a cui non è corrisposta un'attività fattiva - dice dopo l'addio
Pietro Calabrese uno dei consiglieri -: la sintesi perfetta è dice ma non fa». Da sinistra si lamenta invece la «vittoria dei palazzinari».

L'uscita di scena di Berdini arriva nel giorno in cui la nuova riunione sullo stadio sancisce un'accelerazione verso la costruzione dell'impianto. Il vicesindaco Luca Bergamo ringrazia «la Roma per aver risposto alle sollecitazioni dell'amministrazione», «presentandoci oggi una revisione del progetto che ha dei caratteri fortemente innovativi». «Se rispetteremo i tempi del 3 marzo? È ovvio», aggiunge. È la scadenza per non azzerare l'iter del progetto. All'incontro anche la presidente M5S della Commissione Urbanistica Donatella Iorio, che alcune voci danno possibile sostituta di Berdini.

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