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Orfini: il Pd è compatto, elezioni anche prima di giugno

ROMA. «Se riusciamo a far partire la nostra road map si può votare a giugno con una nuova legge, fermo restando che la data la decide il presidente della Repubblica». A dirlo è il presidente del Pd, Matteo Orfini, in un'intervista al Corriere della Sera in cui ribadisce che il partito, da Renzi a Gentiloni, è compatto.

«Qualora invece gli altri partiti ci lasciassero soli nel tentativo sincero di cambiarla, dovremmo sperare che il doppio Consultellum sia il più possibile omogeneo. Inevitabilmente si voterebbe con i sistemi indicati dalla Corte costituzionale e non certo per responsabilità del Pd».

«Noi condividiamo le parole del presidente Mattarella, tanto che ci siamo fatti carico di far nascere un altro governo, con l'obiettivo di armonizzare le leggi elettorali. Però questa responsabilità non può ricadere solo sul Pd, che non ha i numeri», dice Orfini.

«La legislatura è politicamente terminata il 4 dicembre e solo il tentativo, difficile ma possibile, di armonizzare il sistema iper maggioritario della Camera con quello proporzionale del Senato può prolungarla».

«Non stiamo aspettando la Consulta il 24 gennaio, stiamo proponendo a tutte le forze politiche di vederci già nei prossimi giorni, al Nazareno o in una sede neutra», spiega Orfini. «Rispondere, come Forza Italia, che l'unico luogo di discussione possibile sono le commissioni parlamentari, significa fare melina. Vogliamo perdere mesi o iniziare una discussione? E su quale testo?».

In merito al riflesso delle elezioni in primavera sugli appuntamenti dei Trattati di Roma a marzo e del G7 a maggio, «ci sono sicuramente delle scadenze importanti, ma non drammatizzerei. Per chi come noi crede nella democrazia, dare la parola agli elettori non è mai un problema».

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