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Renzi: no alle elezioni anticipate, si va alle urne nel 2018

ROMA. Nessuna tentazione di tornare alle urne nel 2017 se al referendum costituzionale dovessero vincere i sì. Così il premier Matteo Renzi in un'intervista sul Messaggero in cui parla anche di elezioni comunali, ribadisce il taglio dell'Irpef e smentisce che alla Rai siano in corso epurazioni.

"Per me si vota nel febbraio 2018 - argomenta il presidente del Consiglio - I risultati che stiamo ottenendo in Europa li otteniamo per la nostra capacità di fare le riforme e di dare stabilità. Prima dell'interesse del mio partito viene l'interesse del mio Paese. E l'interesse italiano è votare alla scadenza naturale". La riforma costituzionale, ammette Renzi, "non è perfetta. Io avrei preferito togliere ulteriori poteri alle Regioni o aumentare il numero dei sindaci nel Senato delle autonomie. Ma è una riforma strepitosa e cruciale. Chi vota no si tiene il sistema di oggi, l'inciucio istituzionalizzato", afferma Renzi, che dichiara "zero preoccupazione" per le amministrative.

"Si eleggono i sindaci, il governo rispetterà i risultati", anche se "nei 17 comuni in cui governano i Cinque Stelle scoppia un problema a settimana". Parlando della candidata pentastellata romana Virginia Raggi, "nei sondaggi M5S è sempre sovrastimato. Questa è Roma, non un talent show dove chi vuole esibirsi ci prova e al massimo viene eliminato. Roma ha bisogno - sottolinea il premier - di persone con esperienza amministrativa e specchiata onestà: non vedo in campo nessuno meglio di Giachetti. Mi dispiace non essere romano perché lo avrei votato volentieri".

Il segretario del Pd annuncia quindi che farà un'iniziativa pubblica al fianco di Giachetti "prima del primo turno". Passando ai temi dell'economia, Renzi assicura che per il taglio dell'Irpef al ceto medio le coperture si troveranno, e smentisce che parte delle risorse possano essere prese da un aumento parziale dell'Iva. Sulla Rai, sottolinea invece che "i tempi berlusconiani degli editti bulgari non torneranno. Non amo molto i talk show, dunque non so proprio se Virus e Ballarò verranno cancellati, confermati, ripensati. E sinceramente non mi interessa", dichiara.

"I giornalisti credono che a me interessi incidere sull' apertura e la chiusura di un talk show, ma il mio mestiere è incidere sull' apertura e la chiusura delle fabbriche". Renzi racconta quindi un aneddoto: "Quando fu ufficiale la notizia che Giovanni Floris lasciava la Rai e che per Ballarò si pensava a Massimo Giannini, eravamo ancora ai tempi del Patto del Nazareno. Berlusconi mi disse: 'Non prendere Giannini! Lui ti detesta, ne sono sicuro. Scegli un altro, Ballarò ti sarà utile'. Gli risposi: Presidente, a differenza tua non ho mai messo bocca su un programma Rai e non inizierò adesso".

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