ROMA. Il patto del Nazareno sulle riforme regge ma per il resto, a partire dalle tasse, Silvio Berlusconi è pronto a smarcarsi dal governo (con Renzi che replica,indirettamente, spiegando che il taglio fiscale - corposo - è stato già avviato) dimostrando che «Forza Italia c'è e c'è tutta». Per la prima volta dall'affidamento ai servizi sociali torna in piazza, al gazebo organizzato per il no-tax day in piazza San Fedele, accanto al Comune di Milano, nonostante l' «imposizione» degli avvocati di non parlare e annuncia che questo è solo l'inizio. «È successo che il leader si è scocciato - spiega -. Rischio, non posso più astenermi dal dire come stanno le cose e tornare in campo in piazza».
Lo fa nel giorno in cui la Procura generale presenta ricorso contro la sua assoluzione nel caso Ruby. «Appena do un segno di vita, dopo averne messi sotto 10 e l'undicesimo è Grillo, subito arriva l'uso politico..» osserva, dopo aver ricordato che «il leader del centrodestra è stato fatto fuori dalla politica non attraverso elezioni ma verso un uso politico della giustizia». Ma le critiche sono al governo, alle sue politiche economiche che hanno portato alla «situazione peggiore» per il lavoro, al «jobs act che non serve assolutamente a nulla», alle tasse. Il messaggio è anche al partito, che oggi sembra compatto. Anche Raffaele Fitto, da Bari, invita a «lasciar perdere le polemiche». Il capo è Berlusconi e il risultato opaco delle elezioni, ci tiene a sottolineare l'ex premier, non è stato colpa sua. I sondaggi, spiega, «dicono che gli italiani che non ci hanno votato non l'hanno fatto per votare altri ma perchè in campo non c'era Silvio Berlusconi». Ora però è tornato e il segretario della Lega Matteo Salvini è un «aggiunto goleador», uno che «è stato per dieci anni a rispondere al telefono a Radio Padania», bravo ma «da qui a dire che l'ho investito...».
Dal canto suo il capo del Carroccio, storico direttore di Radio Padania, non si scompone ma ammonisce che «sono gli italiani a scegliere». Invece apprezza i commenti di Berlusconi su euro (l'ipotesi di «creare una seconda moneta, recuperando parte della nostra sovranità monetaria», o svalutarlo per arrivare alla parità con il dollaro) e tasse. Ma il premier Matteo Renzi alle critiche su questo non ci sta. Spiega che per la prima volta lo Stato dimagrisce invece di ingrassare e parla di «una riduzione di 18 miliardi di tasse». Berlusconi (in piazza con Giovanni Toti, Paolo Romani, Mariastella Gelmini, Daniela Santanchè) fa le sue proposte: gradualmente via l'Irap, decontribuzione per tre anni a chi assume a tempo indeterminato, per sei mesi niente imposte nelle compravendite di immobili (ma anche aiuti agli anziani come impiantologia dentale o operazioni di cataratta gratuite). Forza Italia «non può non votare» le riforme istituzionali che propone da 20 anni, «ma per tutto il resto - avverte l'ex premier - siamo fortemente, decisamente e responsabilmente all'opposizione». «Abbiamo dieci milioni di italiani da convincere su cosa convenga a loro. Questa - conclude - è la rifondazione di Forza Italia».
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