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Tfr, Renzi: "Sono soldi dei lavoratori e vorrei che andassero nelle buste paga"

ROMA. Quando martedì incontreremo i sindacati e le parti sociali «verificheremo la fattibilità di una proposta sul TFR che viene incontro ai lavoratori senza gravare sulla situazione bancaria delle piccole e medie imprese». Lo annuncia il premier Matteo Renzi sulla Enews.

«Il dibattito si è spostato sul TFR, la liquidazione. Sono soldi dei lavoratori, si dice. Che però vengono dati tutti insieme alla fine. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li "bruci" tutti insieme. Uno Stato-Mamma, dunque - osserva Renzi - che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli. Io la vedo diversamente: per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perchè mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del TFR andassero subito in busta paga mensilmente. Questo si tradurrebbe in un raddoppio dell'operazione 80 euro, più possibilità d'acquisto, un altro tassello verso il modello Italia: noi infatti abbiamo scelto di non ridurre i salari, come hanno fatto altri paesi, ma di fare le riforme per creare competitività. Questo dal punto di vista filosofico. Dal punto di vista pratico, invece, il problema è evitare di affossare la liquidità delle piccole medie imprese che potrebbero soffrire la necessità di pagare subito la
mensilità in più».

«In realtà, anche alla luce delle misure della BCE, il sistema ha notevoli riserve di liquidità. Per questo, quando martedì presenteremo alle parti sociali la proposta - riapriremo persino la sala verde di Palazzo Chigi, quella degli incontri coi sindacati, si vede che sto invecchiando:-) - verificheremo la fattibilità di una proposta sul TFR che viene incontro ai lavoratori senza gravare sulla situazione bancaria delle piccole e medie imprese».

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