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Il mondo aggrappato al tentativo di mediazione di Schroeder, ex cancelliere tedesco e amico di Putin

L'esponente socialdemocratico sarebbe volato a Mosca dopo avere fatto tappa in Turchia. A chiedergli di intercedere sarebbero stati gli ucraini. Il governo di Berlino ha detto di non essere a conoscenza della missione

Vladimir Putin e Gerhard Schroeder (a sinistra) in una foto del 2011

L’amicizia con Putin, e il fatto che non abbia ancora mollato gli affari in Russia, lo stanno rendendo inviso a gran parte dell’opinione pubblica, nel suo Paese come nel suo partito. Ma Gerhard Schroeder oggi sarebbe volato a Mosca a sorpresa, per parlare con il presidente russo e mediare per la pace, proprio su richiesta degli ucraini. Almeno stando a quello che scrive «Politico», che ha rivelato la missione segreta. Del tentativo dell’ex cancelliere socialdemocratico il governo a Berlino non era informato. E neppure l’Spd, da giorni in pressing sul suo ex leader, ne sapeva nulla. A Versailles Olaf Scholz - il Bundeskanzler espressione dello stesso partito - ha rifiutato di commentare.

Stando ancora a «Politico», Schroeder avrebbe organizzato la missione volando in Turchia e avvalendosi del supporto del ministero degli Esteri di Ankara. Gli ucraini vorrebbero verificare se ci sono le condizioni di costruire «un ponte per il dialogo con Putin». La richiesta di Kiev sarebbe arrivata venerdì scorso dalla casa editrice svizzera Ringier, che gli aveva fatto da consulente fino ad arrivare alla rottura proprio per l’atteggiamento dell’ex politico di fronte alla guerra ucraina. Perché Schroeder sulla guerra si era pronunciato, auspicando che finisse, ma su Putin no.

Che questo amico un po’ troppo stretto dello zar sia diventato un problema sempre più spinoso per i socialdemocratici, in Germania, è più che visibile nel dibattito in corso da giorni. Ben dieci ex presidenti dell’Spd gli avevano chiesto «di prendere una posizione chiara e inequivocabile contro l’azione di guerra di Putin». Fra questi, gli attuali Lars Klingbeil e Saskia Esken, e poi Norbert Walter-Borjans, Andrea Nahles, Martin Schulz, Kurt Beck, Franz Müntefering, Matthias Platzeck. Non Sigmar Gabriel, che ha recentemente manifestato comprensione per le difficoltà di Schroeder.

L’ex cancelliere è presidente del Consiglio di sorveglianza del colosso petrolifero Rosneft dal 2017 ed è stato nominato di recente candidato all’organo analogo di Gazprom. «Gli occhi di tante persone sono puntati su di te. E tu decidi in questi giorni, caro Gerhard, se anche in futuro vorrai restare un socialdemocratico rispettato», si legge nella lettera dei compagni. «Un ex cancelliere resta tale anche al di là del suo mandato, e non è mai davvero un cittadino privato», aveva rilevato qualche giorno fa Klingbeil, dandogli una sorta di ultimatum via social su scelte chiare «che avrebbe dovuto prendere già da tempo». L’idea che proprio i legami con il Cremlino potessero renderlo papabile per facilitare i negoziati era però pure già spuntata nei giorni scorsi, e proprio a Berlino. Il nome di Schroeder, come possibile mediatore, era stato fatto accanto a quello di Angela Merkel.

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