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Olga, prof ucraina fuggita in Romania: "Allevo i miei figli per vivere ovunque ma voglio casa"

Olga Ua

Ha attraversato il confine con la Romania a piedi, insieme ai suoi figli. “Sembrava di essere in un film: profughi in fuga dalla guerra” racconta Olga Ua, 41 anni, insegnante di informatica e programmazione in una scuola privata in un sobborgo di Kiev, ha trovato rifugio con la sua famiglia a casa di un parente non appena sono cominciati i bombardamenti russi.

“Il 23 febbraio – racconta - era un giorno qualsiasi, ho bevuto un caffè con una amica mentre i bambini giocavano a calcio, dopo aver fatto i compiti. La paura è arrivata alle 5 del mattino, quando abbiamo sentito i primi colpi. Non ho capito la fonte dell’esplosione e abbiamo provato a continuare a dormire. Vivo vicino all’aeroporto, così ho pensavo a una esercitazione. Ma alle 7 è scoppiato il panico e al telegiornale hanno detto che durante la notte Putin aveva annunciato la guerra”.

Olga e la sua famiglia sono fuggiti immediatamente verso i parenti in Romania, hanno preso il necessario, 15 ore in auto verso ovest per arrivare al confine, lì hanno trascorso un giorno e poi lei e i due bambini sono passati a piedi.

Chi ha lasciato in Ucraina?

“A Kiev sono rimaste mia madre, mia sorella e i suoi figli. Non sono riusciti a lasciare la città perché nelle stazioni di servizio è scoppiato il panico e non sono riuscite a comprare la benzina. Adesso hanno spostato il cibo e poca altra roba nel seminterrato della casa. Dormono nascosti di notte, escono di giorno. Dicono che adesso hanno ancora cibo ma si sentono spesso esplosioni in giro”.

Che situazione vive in questo momento la popolazioni ucraina?

“Anche i civili stanno combattendo molto altruisticamente per il Paese. Tutti partecipano alle attività della comunità come volontari”.

In questi giorni è iniziato un grande esodo di gente in fuga dalla guerra, crede che qualcuno verrà in Italia?

“Per via del Covid molti hanno avuto difficoltà a raggiungere l’Italia. Adesso tanti amici sono in Pologna, Romania, Germania. Il vostro Paese è lontano per arrivare con la macchina e non tutti possono prendere l’aereo. Ma penso che presto i profughi dall'Ucraina arriveranno anche in Italia, soprattutto quelli che possono trovare lavoro lì o hanno parenti”.

Lei è mai stata in Italia?

“Amo l’Italia, pasta e il vino italiano, i monumenti all’area aperta. Il mio amore per l’Italia è cominciato con Toto Cutugno con il suo “Boungiorno Italia, buongiorno Maria”. Ci sono stata qualche volta: a Roma, Sicilia, a Venezia”.

Come vede il futuro?

“È molto difficile fare previsioni adesso, perché nessuno credeva che una guerra potesse iniziare. Quando un dittatore siede al timone e minaccia di premere il ‘pulsante nucleare’, le previsioni non funzionano bene. Possiamo solo sperare che tutta la forza del popolo ucraino e il potente sostegno dei Paesi europei ci aiutino a tornare presto a casa”.

Vorrebbe che i suoi figli crescessero in Ucraina o pensa di non tornare più?

“Allevo i bambini come ‘uomini di mondo’, in modo che possano stabilirsi in qualsiasi Paese. Sia per proteggere le balene, sia per lanciare satelliti nel cielo. Vogliamo davvero tornare a casa e dove già contribuiranno allo sviluppo dell'umanità, il tempo lo dirà”.

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