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Kiev invoca una no-fly zone e da Mosca arriva l'ennesima minaccia atomica

Un palazzo in fiamme

L’Ucraina continua a invocare una no fly zone della Nato che protegga la sua popolazione dai bombardamenti russi che colpiscono senza tregua fino al cuore delle città. Ma dall’Alleanza atlantica arriva l’ennesima doccia fredda: non invieremo truppe né aerei in Ucraina. E dalla Russia l’ennesima minaccia: dalla Nato ci aspettiamo «buon senso», ma non si possono escludere «incidenti», «il rischio di scontro esiste». Che tradotta dal più schietto ministro degli Esteri Serghiei Lavrov significa: «Se dovesse scoppiare una Terza guerra mondiale sarebbe nucleare e devastante».

Le pressioni di Kiev per una no-fly zone

Kiev però preme. Tanto da far dire in mattinata al suo ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, che la Nato stava valutando questa ipotesi. Ipotesi già scartata nei giorni scorsi dai leader occidentali e dal segretario della Nato, Jans Stoltenberg, perché implicherebbe un’escalation del conflitto e un ingresso armato dell’Occidente nella guerra contro la Russia. Una no fly zone significherebbe infatti mettere la Nato a guardia dei cieli ucraini, costringendola a ricacciare indietro i jet e gli elicotteri di Vladimir Putin con missili e aerei dell’Alleanza ed entrare di fatto direttamente in guerra con Mosca. Proprio come accadde con la ‘zona di non volò istituita in Libia nel 2011, con una risoluzione dell’Onu che mirava a proteggere i civili della Cirenaica dai Mig di Gheddafi e che di fatto ‘giustificò’ l’intervento della Nato su Tripoli.

Scholz: "La Germania non interverrà nel conflitto"

«Gli Alleati non prevedono di mandare aerei nello spazio aereo ucraino, ma un supporto militare», hanno ribadito anche oggi fonti della Nato, interpellate dall’ANSA sulle parole di Kuleba. Anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si è affrettato a precisare che «la Germania non interverrà in questo conflitto e questo vale anche per la Nato». «È chiaro che sosteniamo il popolo ucraino» con le sanzioni e le misure economiche, ha spiegato, «ma la Germania e l’Europa non attaccheranno militarmente». «Non portiamo la Nato in guerra, non c’è un solo soldato della Nato coinvolto in quella guerra proprio per evitare lo scontro e il conflitto in Europa. Stiamo rispondendo pacificamente contro l’aggressione all’Ucraina», ha dichiarato anche Luigi Di Maio che venerdì parteciperà alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica, seguita da un Consiglio Affari Esteri Ue straordinario allargato al segretario di Stato Usa Antony Blinken, all’ucraino Dmytro Kuleba, alla britannica Liz Truss, alla canadese Melanie Joly e allo stesso Stoltenberg.

Gli Usa mandano 3 mila soldati a difesa di Polonia e Romania

La Nato continua intanto a rafforzare la propria difesa sul fianco orientale - altri 3.000 i militari inviati da Joe Biden in Germania, Polonia e Romania - e a rassicurare quei Paesi che sentono il fiato di Mosca sul collo. «L’impegno della Nato in Kosovo non è cambiato», assicura un funzionario dell’Alleanza, già impegnata con 3.500 uomini nella missione Kfor, dopo le urgenti richieste di Pristina - ultime solo in ordine di tempo - di entrare nel Patto e nell’Ue, nel timore di finire schiacciata tra i due fronti.

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