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Lo zar Putin avverte l'Occidente: «Non osate interferire»

Vladimir Putin

Stanno per scoccare le 6 del mattino a Mosca quando lo zar getta la maschera. Basta con la diplomazia, basta con le missioni a Mosca di capi di Stato e ministri degli Esteri. È scoccata l’ora delle armi e il capo del Cremlino dà il tanto temuto annuncio: l’armata russa ha varcato i confini dell’Ucraina. La guerra, che lui chiama «operazione speciale militare», è ormai realtà.

Chissà come si deve sentire in questo momento il presidente francese Emmanuel Macron, che nelle ultime settimane ha passato ore e ore a discutere con lui di persona e poi più volte al telefono, arrivando ad un passo dal convincersi e convincere il mondo che una soluzione pacifica poteva essere a portata di mano. Chissà come si sente ora che il suo interlocutore sbatte la porta in faccia anche a lui, accusando l’intero Occidente di non avere degnato di considerazione i timori di Mosca sulla sua sicurezza, a partire da una possibile futura espansione della Nato in Ucraina. E poi sentirlo pronunciare quelle parole che arrivano ad evocare lo spettro di uno scontro tra grandi potenze: «Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire - avverte Putin - sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto». Affermazioni che secondo il giornalista e Premio Nobel per la pace russo Dmitry Muratov fanno pensare ad una guerra atomica: «Nelle sue mani - dice il direttore di Novaya Gazeta - il comandante in capo rigira il pulsante nucleare come il portachiavi di una macchina di lusso».

È il secondo, e più micidiale, colpo che il leader russo assesta nel giro di sole 72 ore alle speranze di soluzione pacifica della crisi. Il primo era arrivato lunedì, quando Putin, dopo un discorso di un’ora in cui aveva riversato su Kiev ogni accusa per presunte colpe passate e presenti, aveva annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle due repubbliche ribelli del Donbass, quelle di Donetsk e Lugansk. La decisione, secondo la versione ufficiale, era stata presa durante una lunga riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, nella quale membri del governo e capi militari gli avevano raccomandato di agire in tal senso. Poi però qualcuno - dal particolare di un orologio di uno dei partecipanti - aveva messo in dubbio tale ricostruzione, affermando che le immagini erano preregistrate e quindi tutto era stato pianificato in anticipo.

Gli stessi dubbi vengono avanzati da alcuni osservatori citati dal Guardian riguardo al discorso della dichiarazione di guerra, in quanto i metadati mostrerebbero che il file del video è stato caricato sul sito del Cremlino proprio lunedì. Dettagli che perdono di significato di fronte alle bordate sparate dal capo del Cremlino proprio mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è riunito nel disperato tentativo di prevenire il conflitto. Putin assicura che il suo obiettivo non è un’occupazione dell’Ucraina. Ma poi si lascia andare ad un attacco a Kiev che sconfina nell’insulto: obiettivo dell’operazione in corso, afferma, è «smilitarizzare e denazificare» l’Ucraina. Infine, l’ormai consueto tema dell’espansione della Nato verso est, perseguendo la quale gli Stati Uniti hanno superato la linea rossa posta da Mosca.

Passano poche ore e le Borse di tutto il mondo cominciano ad accusare il colpo con forti perdite, ma quella di Mosca addirittura sprofonda fino a oltre il 30%, mentre il rublo crolla, in previsione delle sanzioni contro l’economia russa. Ma lo zar non fa una piega, e in serata, incontrando una delegazione del mondo imprenditoriale, ribadisce la bontà della sua scelta. Alle sanzioni, afferma, Mosca era già preparata e rimane comunque «parte dell’economia globale», che quindi non vuole danneggiare. È difficile vedere come questo buon proposito possa conciliarsi con l’attacco ad un altro Paese.

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