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Pensioni senza tasse, boom di italiani in Portogallo: ecco i 5 paradisi fiscali

Il Portogallo è il paradiso dei pensionati italiani. Ambìto come luogo di vacanza dagli over 65, scelto anche per trascorrere lunghi periodi e godersi la vita. Chi decide di trasferire a Lisbona e dintorni la “residenza non abituale” viene esentato dal pagamento delle tasse sulla pensione per 10 anni. Ecco perchè in quel paese le 1.914 pensioni pagate dall’Inps nel 2018 valgono in media 2.545 euro al mese.

IL SISTEMA DI TASSAZIONE. Secondo quanto stabilito dagli accordi bilaterali tra Italia e Portogallo sin dal 2009, chi prende la residenza nello Stato portoghese avrà la pensione lorda senza subire tassazioni sul loro assegno mensile per ben 10 anni. In questo regime fiscale è stata introdotta la figura del “Residente non abituale”, che consente ai pensionati di poter beneficiare di questa esenzione d’imposta.

I REQUISITI. Per essere residente non abituale occorre vivere in Portogallo minimo sei mesi più un giorno ogni anno, ma occorre anche non essere stato tassato come residente fiscale in Portogallo nei 5 anni precedenti la richiesta dello status e inoltrare una richiesta presso l’Agenzia delle Entrate portoghese.

GLI ALTRI BENEFICI. I pensionati che scelgono il Portogallo lo fanno anche per il basso costo degli immobili, per il clima mite, ma anche per la nutrita schiera di italiani, la vicinanza geografica al nostro Paese e il basso tasso di criminalità. A questo va aggiunta l'efficienza del sistema sanitario.

LE CITTÀ PIÙ GETTONATE. Tra le mete preferite c’è l’Algarve, regione del sud in riva all’Oceano Atlantico, dove risiedono molti italiani con più di 65 anni. Lì, inoltre, ci sono varie imprese gestite da italiani che si sono dedicate all'accoglienza dei pensionati, offrendo loro servizi di aiuto a livello burocratico o nella scelta della località in cui vivere e della casa.

I 5 PARADISI DEI PENSIONATI. I pensionati italiani più ricchi però non sono in Portogallo ma a Cipro: i 175 pensionati italiani nel 2018 hanno incassato in media ben 5.481 euro al mese. Seguono gli Emirati Arabi Uniti: appena 67 italiani con un assegno medio di 3.606 euro. Si arriva poi al Portogallo con le 1.914 pensioni pagate dall’Inps che valgono in media 2.545 euro al mese. A seguire Turchia e Malta con pensioni medie mensili dai 2mila euro in su.

IL DIBATTITO. Il tema dei pensionati italiani all'estero è comunque al centro del dibattito politico anche adesso in vista della manovra 2020. Sull'Imu per esempio è in corso un confronto. E per evitare che si intervenga in materia fiscale, la senatrice di Italia Viva, Laura Garavini ha voluto precisare: "L'abbiamo abolita con il nostro Governo Renzi nel 2014: l'Imu per i pensionati percettori di una pensione straniera che vivono all'estero e possiedono un immobile in Italia. Adesso non vogliamo che venga reintrodotta. Sarebbe un'ingiustizia. Per questo ci batteremo in commissione ed in Aula per evitare che la legge di Bilancio 2020, appena arrivata al Senato, entri in vigore così com'è". E spiega: "La legge infatti istituisce una nuova Imu e abroga quella precedente, alla luce di una procedura di infrazione europea che pende sul nostro Paese. Così facendo la legge di Bilancio 2020 elimina tutte le agevolazioni previste precedentemente per gli italiani all'estero, compresa l'esenzione dell'Imu e della Tasi per i pensionati all'estero. Non possiamo lasciare che entri in vigore in questo modo. Abbiamo costituito questo Governo per scongiurare sia nuove tasse che l'aumento dell'Iva. In Italia e anche per gli italiani nel mondo".

I CONTROLLI. L'inps, invece, come ogni anno, ha dato il via ai controlli sull’accertamento dell’esistenza in vita, il procedimento che si rivolge ai pensionati italiani residenti all’estero per verificare se siano ancora in vita e, quindi, in diritto di ricevere l'assegno. La prima fase, avviata ad ottobre scorso, terminerà a marzo 2020 e riguarderà i pensionati che si trovano in Africa, Australia (Oceania) ed Europa, tranne i Paesi Scandinavi, dei Paesi dell’Est Europa e degli Stati limitrofi. I pensionati, una volta contattati, dovranno far pervenire le attestazioni di esistenza in vita entro il 13 febbraio 2020. In assenza di attestazione o di mancato ritiro della pensione entro il 19 marzo 2020 la pensione sarà sospesa a partire da aprile 2020.

La seconda fase partirà invece a febbraio 2020 e terminerà a luglio 2020. Questa volta riguarderà i pensionati che vivono in Sud America, Centro America, Nord America, Asia, Estremo Oriente, Paesi Scandinavi, gli Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi. Dovranno far pervenire l’attestazione di esistenza in vita entro giugno 2020, e se l’assegno pensionistico non verrà ritirano entro il 19 luglio 2020 presso uno degli sportelli di Western Union, la pensione sarà sospesa da agosto 2020.

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