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Charlie Hebdo, dodici fermi e perquisizioni nella banlieue di Parigi

Le operazioni, in relazione agli attentati della settimana scorsa, sono scattate nella notte nella capitale francese

PARIGI. Due perquisizioni e una decina di fermi sono stati compiuti questa notte dalla polizia francese nella banlieue di Parigi in relazione agli attentati terroristici della settimana scorsa. Lo si apprende da fonti della polizia.

Dodici persone, secondo fonti di Le Parisien, sono in stato di fermo da questa notte in varie località della banlieue parigina. Si tratta di tutti pregiudicati che la polizia conosce per reati di traffico di stupefacenti e traffico d'armi. Si tratterebbe, secondo le fonti, di nove uomini e tre donne, interrogati su un loro «possibile sostegno logistico» ai terroristi, soprattutto in relazione alla fornitura di armi e veicoli. Tracce di Dna e intercettazioni passate al setaccio sarebbero alla base dell'operazione. Si è sempre alla ricerca del'auto - una Mini Cooper - di Hayat Boumeddiene, la compagna del terrorista ucciso, Amedy Coulibaly, fuggita in Siria.

La gare de l'est di Parigi è stata evacuata dalle forze di polizia alle 8 di questa mattina per due pacchi sospetti. Le ispezioni sono tuttora in corso. L'allarme alla stazione è scattato in seguito a una telefonata anonima. La SNCF, ferrovie francesi, ha fatto sapere che «la presenza di un bagaglio abbandonato e non identificato in stazione» ha comportato «l'applicazione del piano Vigipirate» di protezione contro gli attacchi terroristici. Situazione di attesa, al momento, per centinaia di viaggiatori nel piazzale esterno antistante la stazione.

"Sono i musulmani a essere le prime vittime del fanatismo, del fondamentalismo e dell'intolleranza". Lo ha detto il presidente francese François Hollande, in un discorso all'Istituto del mondo arabo di Parigi.
"Il fondamentalismo islamico si nutre di tutte le contraddizioni, delle povertà, dei conflitti non risolti da troppo tempo, e sono i musulmani ad esserne le prime vittime", ha aggiunto, invitando di nuovo ad "evitare le confusioni" tra estremisti violenti e musulmani moderati. "Gli atti contro i musulmani, così come l'antisemitismo, devono essere non solo denunciati, ma puniti con severità", ha detto, ribadendo che la Francia si impegna a "difendere tutti i suoi cittadini" indipendentemente dalla religione."Abbiamo un dovere di solidarietà nei confronti del mondo arabo", ha aggiunto, citando in particolare il caso del conflitto siriano, in cui "a furia di non essere affrontata, è la forza che ha avuto la meglio. "Il mondo arabo è in piena mutazione, anche se non tutte le sue 'primavere' hanno prosperato", ha proseguito Hollande, sottolineando che "questi cambiamenti richiedono tempo". In questo contesto, "la sicurezza è necessaria ai popoli arabi, perché possano compiere il loro rinnovamento".Intanto, la Lega araba ha annunciato al Cairo che studierà la possibilità di creare una "forza d'intervento rapido" anti-terrorismo. Secondo una dichiarazione letta dal segretario generale della Lega, Nabil el-Arabi, ad una riunione ministeriale straordinaria in corso nella capitale egiziana, la possibilità di formare una "forza d'intervento rapido araba per lottare contro il terrorismo" è conforme al Trattato arabo di difesa comune del 1950. El-Arabi ha esortato a tenere una riunione straordinaria del Consiglio di difesa arabo per esaminare i "meccanismi necessari" a creare questa "forza" d'intervento e i suoi presupposti "giuridici".

Intanto funzionari dell'intelligence statunitense e francese vanno consolidando la convinzione che gli attacchi terroristici dei giorni scorsi a Parigi siano stati ispirati da al Qaida ma non direttamente sotto la sua supervisione. Uno dei due fratelli responsabili dell'attacco allo Charlie Hebdo avrebbe trascorso un breve soggiorno nello Yemen e avrebbe incontrato un leader di al Qaida. Tuttavia gli 007 statunitensi non sono convinti che l'attacco a Parigi sia stato diretto dall'estero. Gli investigatori non credono neanche che l'uomo che ha ucciso cinque persone in altre zone della città fosse d'accordo con i due fratelli. Queste ipotesi inquadrano gli attacchi in una ondata di violenza scatenata da individui disperati con simpatie per al Qaida, l' Isis o i loro seguaci, ma che non coinvolti in una cospirazione internazionale, più facile da individuare.

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