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Charlie Hebdo: al Qaida rivendica l'attentato alla redazione. Identificato il quarto complice

Intanto, il controverso comico francese Dieudonnè, indagato dalla procura di Parigi per apologia di terrorismo

PARIGI. La decisione di vendicare con il sangue il Profeta l'ha presa al Zawahri in persona, numero 1 di al Qaida. Niente mezze misure, i fratelli Kouachi sono stati soltanto gli esecutori dell'azione, organizzata e finanziata dal vertice. Che promette «nuove tragedie e terrore». Mentre a Parigi, che continua a tenere la guardia alta, si seguono le tracce del «quarto uomo», ormai identificato.

L'internazionale del terrore, già evocata nelle urla deliranti dei fratelli terroristi durante l'azione nella redazione di Charlie Hebdo, poi dall'enigmatico Amedy Coulibaly nel video postumo, irrompe sulla scena e si attribuisce con un altro video - «autentico», assicura l'intelligence Usa - la responsabilità di aver portato il terrore nelle strade di Parigi.  Strade in cui, stando alle ultime risultanze dell'inchiesta, non si aggirano più membri della cellula terroristica sopravvissuti ai Kouachi e a Coulibaly.

In Siria, dove aveva già riparato la giovane Hayat Boumeddiene prima del massacro di Parigi, sarebbe finito anche il ricercatissimo «quarto uomo». Si tratta del complice di cui si erano perse le tracce dopo un avvistamento alla guida della Mini Minor di proprietà di Hayat e notata venerdì scorso nei pressi del supermercato kosher dove Coulibaly ha fatto irruzione sequestrando gli ostaggi. La polizia, irrompendo nel rifugio di Coulibaly scoperto a Gentilly, banlieue sud di Parigi, ha scoperto le chiavi di una moto. Il mezzo appartiene a un pregiudicato in rapporti con il terrorista da parecchio tempo. L'avrebbe aiutato, avrebbe guidato la macchina e in cambio avrebbe avuto strada aperta verso la Siria a operazione conclusa.

Gli inquirenti sospettano che sia stato lui l'autore del misterioso ferimento di un uomo impegnato in un jogging serale nel parco, alla vigilia dell'attacco a Charlie Hebdo. Si ignora se la moto sia stata in qualche modo utilizzata durante le operazioni. Il lavoro per inquirenti e magistrati è ancora enorme, devono appurare se le armi, gli esplosivi, i mezzi di trasporto, il materiale logistico, i covi, fossero davvero stati pagati da Aqap (Al Qaida della Penisola arabica), con 20.000 dollari cash consegnati a Cherif Kouachi nel 2011. In quella data, infatti, il giovane concluse il soggiorno in Yemen, incassò la somma e accettò l'incarico di vendicare «l'offesa al Profeta».

Sarebbe dunque durata 4 anni l'organizzazione dell'operazione, durante i quali uno fra Cherif o il fratello Said si sarebbe arruolato e avrebbe «combattuto» nelle file dell'Isis, lo Stato islamico. Una settimana dopo l'eccidio in redazione, Charlie Hebdo è tornato in edicola, con dolore e con la partecipazione di tutti, fin dall'alba in fila davanti alle edicole.

La Francia, intanto, continua a tenere alta la guardia, tanto che il presidente Francois Hollande - in visita sulla portaerei Charles de Gaulle per i tradizionali auguri di inizio anno alle forze armate - ha annunciato di voler «rivedere» gli annunciati tagli alla Difesa, visto il contesto in cui si trova il Paese. «Dobbiamo essere all'altezza di ciò che è successo, bisogna restare vigili perchè la minaccia è ancora presente», ha raccomandato Hollande, che a fronte di una popolarità mai così bassa per un presidente, può vantare la quasi unanimità (88%) di giudizi positivi sul suo operato di questi giorni.

Ai marinai della portaerei ha annunciato che saranno utilizzati nelle operazioni della coalizione internazionale contro l'Isis, ribadendo il concetto della «Francia in guerra» contro l'integralismo enunciato ieri dal premier Manuel Valls in parlamento: «Di fronte al jihadismo, all'estremismo, al terrorismo, la Francia deve agire per se stessa, per il mondo, per assistere quei paesi che fanno appello a noi nel quadro internazionale e con mandato dell'Onu», ha sottolineato Hollande. Intanto Parigi, all'insegna della tolleranza zero, non lascia passare neppure una parola equivoca sull'argomento terrorismo: dopo le pesanti condanne per direttissima a chi aveva inneggiato agli attentati, sono state enumerate in 54 le procedure giudiziarie per «apologia».

Alcuni sono stati fermati, fra questi l'immancabile Dieudonnè, il comico famoso per le prese di posizione provocatorie e antisemite. E in serata spunta anche un altro video, le immagini finora inedite di Coulibaly barricato con gli ostaggi nel supermercato kosher. Nei fermo immagini della telecamera a circuito chiuso si vede il terrorista che tiene in mano l'arma con la quale minaccia un ostaggio, obbligandolo a sbarrare la porta nel terrore generale. Nei corridoi vuoti un passeggino e a terra un cadavere. Poi un altro degli ostaggi viene costretto a staccare la telecamera.

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