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Iraq, il premier: "Attentati imminenti in Usa e in Francia". Identificati assassini degli ostaggi

Nel mirino dell'Isis ci sarebbe in particolare la linea della metropolitana di Parigi: lo ha detto il premier iracheno Haider al Abadi parlando a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. Il premier Renzi: "L'Italia sarà nella coalizione". L'Fbi rivela di aver identificato i jihadisti che hanno ucciso i due giornalisti americani

NEW YORK. Nel mirino dell'Isis, oltre agli Usa, ci sarebbe in particolare la linea della metropolitana di Parigi: lo ha detto il premier iracheno Haider al Abadi parlando a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. Il premier ha parlato di "attacchi imminenti" e ha assicurato come i governi francese e americano siano stati allertati.

Il premier iracheno ha quindi spiegato di essere stato avvertito della minaccia nelle ultime ore da Baghdad, e che ad essere coinvolti nel complotto sarebbero dei jihadisti occidentali. I piani - ha quindi aggiunto - sarebbero stati scoperti ma non ancora fermati.

L'ISIS SPIANA LA CHIESA VERDE, SIMBOLO DELLA CRISTIANITÀ. Era ormai stata abbandonata da molti secoli, ma era un simbolo più che millenario delle antichissime radici del cristianesimo in Medio Oriente. La Chiesa Verde di Tikrit è stata distrutta dai jihadisti dell'Isis che hanno piazzato l'esplosivo all'interno per poi far brillare le cariche. Un crimine contro la memoria e contro la cultura animato da quello stesso odio che nel recente passato ha ispirato l'annientamento dei colossali Buddha di Bamiyan da parte dei talebani afghani o dei mausolei sciiti iracheni ad opera dei qaedisti, oltre che di numerose chiese e templi. Simboli da estirpare, agli occhi degli estremisti, esattamente come la Chiesa Verde: che nella sua imponenza continuava a rappresentare, pur trovandosi in una città diventata completamente musulmana, una vestigia del passato splendore del cristianesimo d'Oriente nell'attuale Iraq.

Costruita a poche decine di metri dal fiume Tigri dai fedeli della Chiesa Assira nel settimo secolo, fu descritta dagli storici del tempo come il luogo sacro cristiano più grande e importante della Mesopotamia. Devastata nel 1089 per ordine d'un governatore musulmano della città, venne ricostruita nel giro di pochi decenni nella versione color ocra (diversa da quella delle originarie maioliche verdi) in cui appare anche in foto recenti. Per secoli è stata la cattedrale della Chiesa Assira, una chiesa orientale nata dalle comunità cristiane che fin dal secondo secolo si erano radicate in Mesopotamia e che nel terzo secolo si erano trovate soggette all'impero iraniano sassanide e dunque fuori dall'universo politico, culturale e teologico dell'impero romano. In questo relativo isolamento dai confratelli occidentali, i cristiani assiri si diedero una propria organizzazione ecclesiale e si lanciarono nella diffusione del Verbo di Gesù fino in India, in Tibet, in Cina e in Mongolia secoli prima dell'avventura missionaria dei gesuiti europei in Asia. E la loro influenza continuò anche dopo la conquista araba. Nel 1318, la Chiesa Assira contava 200 diocesi e 30 sedi metropolitane. A segnare la fine di tanta potenza fu la catastrofica invasione del vicino oriente da parte dei mongoli di Tamerlano (Timur). Dal XIV secolo, i cristiani assiri abbandonarono anche Tikrit e la Chiesa Verde e non vi sono ritornati nemmeno in tempi più moderni, quando la consistente minoranza cristiana irachena, erede della tradizione assira, si è concentrata altrove: Baghdad, Mosul, la piana di Ninive.

La Chiesa Verde era stata però sempre rispettata ed anzi l'ex rais iracheno Saddam Hussein, originario proprio di Tikrit, l'aveva inglobata nel lussuoso palazzo presidenziale costruito nella sua città natale. Difficile tuttavia che i fondamentalisti agli ordini del califfo nero al Baghadi - dopo aver sradicato con la forza e il terrore, negli scorsi mesi, ogni presenza cristiana da Mosul, dall'area di Ninive e dalle zone circostanti - la risparmiassero a loro volta.

 

RENZI ALL’ONU: ”È IN CORSO GENOCIDIO, L’ITALIA SARÀ IN COALIZIONE”. «L'Isis è una minaccia terroristica, non espressione di una religione. Quando sono stato ad Erbil ho visto che è in corso un genocidio». Così il premier Matteo Renzi, nel suo intervento all'Onu, assicurando «il sostegno italiano, nel rispetto della Carta Onu e delle prerogative del Parlamento, all'iniziativa della coalizione».

 

FBI, IDENTIFICATO ASSASSINO FOLEY E SOTLOFF. Gli Stati Uniti hanno identificato l'assassino dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff, uccisi dall'Isis. Lo afferma l'Fbi. «L'agenzia ritiene di aver identificato il militante visto nei video della decapitazione di Foley e Sotloff», ha affermato il numero uno dell'Fbi, James Comey, che però non ha voluto al momento rilasciare il nome del presunto assassino. Si tratta del boia dall'accento britannico comparso nei due video.

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