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Stop al contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro

Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale

Stop al contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro. È destinato a terminare quest'anno il sussidio previsto dalla legge di stabilità del 2019 sugli assegni superiori a 100 mila euro lordi annui. Originariamente il termine ultimo sarebbe dovuto essere il 31 dicembre 2023 ma, dopo la sentenza n. 234/2020, la Corte Costituzionale ha ridotto da cinque a tre anni il periodo di applicazione della decurtazione e così lo stop avverrà il 31 dicembre del 2021.

 La decisione della Corte Costituzionale

In pratica, la Corte Costituzionale ha ritenuto il periodo del contributo quinquennale troppo lungo: "Nell’ambito strettamente previdenziale risulta evidente la tendenza dell’ordinamento a non proiettare oltre il triennio valutazioni e determinazioni cui si addice uno spazio di osservazione più circoscritto, come testimonia l’evoluzione della disciplina del coefficiente di trasformazione del montante individuale dei contributi".

Perequazione ridotta

Da gennaio 2022 resta, invece, la perequazione ridotta con tre aliquote e scaglioni. Contenuta nel comma 260 della stessa legge 145/2018, prevedeva in origine la rivalutazione al 110% per le pensioni fino a tre volte il minimo, con un meccanismo a scaglioni per quelle più alte. La manovra dell’anno successivo ha esteso la rivalutazione piena ai trattamenti fino a quattro volte il minimo (legge 160/2020, comma 477). Fino alla fine del 2021, si applicano le aliquote da quattro a cinque volte il minimo: rivalutazione al 77% del tasso di riferimento; fino a sei volte il minimo: indice al 52%; fino a otto volte il minimo: indice al 47%; fino a nove volte il minimo: indice al 45%; sopra nove volte il minimo: 40%.

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