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Manovra: 23 miliardi per bloccare l'Iva solo nel 2020, nuovi problemi nel 2021

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro Luigi Di Maio

Corsa contro il tempo in Parlamento per chiudere il 'pacchetto' manovra e decreti entro Natale. Un tour de force che impegnerà Camera e Senato anche nei weekend, per licenziare la legge di Bilancio e i quattro decreti in scadenza: fiscale, clima, sisma e scuola.

Non più di 14 giorni di sedute delle due Assemblee, compreso il sabato, in cui si prospettano almeno altri tre voti di fiducia: due al Senato (manovra e decreto fiscale) e uno alla Camera (manovra).

Una manovra che principalmente servirà per fermare gli aumenti di Iva e accise che altrimenti sarebbero scattati a gennaio del 2020. Il grosso del disegno di legge di Bilancio, 23 miliardi su circa 30, cservirà proprio per questo. Un problema che però si riproporrà l’anno dopo. Il governo ha tagliato l’aumento dell’Iva per il 2021 da 27 a quasi 19 miliardi, aumentando però di 900 milioni le clausole sulle accise della benzina. In tutto sono quasi 20 miliardi.

E tra un voto e l’altro, sia l’Aula di Montecitorio che l’Aula di palazzo Madama saranno impegnate con le comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio Ue, dove si prospetta un voto 'delicatò per la maggioranza sulle risoluzioni che avranno come 'piattò principale il rinnovo del Mes; poi l’informativa della ministra Paola De Micheli sulla situazione della rete autostradale dopo il crollo di un viadotto sulla A6 e quella al Senato del governo sull'emergenza maltempo. Infine, l’intervento di Matteo Renzi in occasione del dibattito sul finanziamento ai partiti, chiesto proprio da Italia viva alla luce dell’inchiesta che coinvolge la Fondazione Open.

Sempre la prossima settimana l’Aula della Camera voterà le questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni su un altro decreto, quello su Alitalia. Ma in questo caso c'è più tempo: il decreto scade infatti il 31 gennaio, e l’esame entrerà nel vivo dopo le feste.

Tempi stretti anche per il decreto Sisma: licenziato da Montecitorio nei giorni scorsi, approderà nell’Aula del Senato mercoledì 11 dicembre, con l’esame che proseguirà nella giornata di giovedì. Va convertito in legge entro il 23 dicembre. Infine, il decreto Scuola: incassato il via libera di Montecitorio, il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 29 dicembre. Approderà nell’Aula del Senato non prima del 17 dicembre, ma l’esame inizierà solo dopo l’ok finale al decreto Sisma (sono previste sedute dell’Assemblea di palazzo Madama anche sabato 21 dicembre).

Mercoledì 11 dicembre l’Aula della Camera, alle 9,30, ascolterà le comunicazioni di Conte in vista del Consiglio Ue del 12 e 13 dicembre. Un dibattito che si preannuncia 'delicato', dopo il duro scontro nella maggioranza sul Mes. E’ infatti previsto il voto sulle risoluzioni e le opposizioni, con la Lega in testa, puntano a evidenziare le differenti posizioni tra M5s e Pd.

Il testo della manovra sarà blindato (con il voto di fiducia) in entrambi i passaggi parlamentari, soprattutto a Montecitorio, dove arriverà senza possibilità di modifiche. Sconvocate le sedute previste questo weekend della commissione Bilancio del Senato, in attesa degli emendamenti frutto anche dell’accordo raggiunto ieri nel vertice a palazzo Chigi (mentre lunedì mattina dovrebbero arrivare le richieste della Camera), le prime votazioni si prevedono lunedì pomeriggio. L’esame in commissione procederà fino a mercoledì, al massimo giovedì.
La manovra, poi, approderà venerdì nell’Aula del Senato per il primo via libera. La legge di Bilancio è quindi attesa in Aula della Camera sabato 21 dicembre, come da calendario definito dalla Conferenza dei capigruppo. Se la road map sarà rispettata, al massimo lunedì 23 dicembre Montecitorio darà il via libera finale (sempre con voto di fiducia).
Il decreto fiscale, che scade il 25 dicembre - e già approvato con voto di fiducia dalla Camera - dalla prossima settimana sarà all’attenzione della commissione Finanze di palazzo Madama. E’ atteso in Aula da martedì 17 dicembre e anche per l’ultimo passaggio si prevede il via libera con fiducia. Altri tre decreti dovranno essere necessariamente convertiti in legge in tempi brevi, pena la loro decadenza. Il più urgente è il decreto Clima, che scade il 13 dicembre. Già licenziato dal Senato, sarà all’attenzione dell’Aula della Camera da lunedì: impossibile modificarne il testo, non ci sarebbe il tempo per una terza lettura a palazzo Madama. Dunque, anche senza voto di fiducia Montecitorio dovrà procedere a ritmi serrati per dare l’ok definitivo al provvedimento entro la prossima settimana.

La maggioranza sta tentando faticosamente di raggiungere un’intesa su una risoluzione unitaria per evitare distinguo e spaccature in occasione del voto, e per scongiurare che possa ripetersi quanto accaduto con lo scorso governo sulla mozione Tav. Nella stessa giornata di mercoledì, dopo la Camera, nel pomeriggio, Conte bisserà al Senato.

Sempre il Senato, ma l’indomani giovedì 12 dicembre, sarà ancora sotto i riflettori: c'è attesa per l’annunciato intervento di Matteo Renzi in Aula sul finanziamento dei partiti. Dibattito chiesto proprio da Iv alla luce delle polemiche suscitate dall’inchiesta sulla Fondazione Open. Nella stessa giornata si svolgerà l’informativa del Governo sugli eventi meteorologici che hanno colpito le regioni Piemonte e Liguria.

Per quel che riguarda invece l’Aula di Montecitorio, si svolgerà mercoledì, nel pomeriggio (dalle 17,30), l’informativa del ministro delle Infrastrutture sulle iniziative in relazione al crollo del viadotto sull'autostrada A6 Torino-Savona, in località Madonna del Monte, e alla messa in sicurezza della complessiva rete autostradale (non è previsto alcun voto, solo dibattito).

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