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Addio a Monica Vitti, talento del cinema Italiano. Visse a Messina: la chiamavano "sette vistini"

Monica Vitti a Casa Papanice

È morta Monica Vitti, talento straordinario del cinema Italiano. Lungo applauso in sala stampa a  Sanremo alla notizia della scomparsa dell'attrice.  Amadeus, il direttore di Rai1 Stefano Coletta e tutti i presenti in sala hanno reso omaggio a  Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, una delle più brave e belle attrici italiane. Nata il 3 novembre del 1931, era la «musa» di Michelangelo Antonioni. Attrice dalla voce roca, sensuale, che l’ha resa famosa in Italia e all’estero, ha vissuto da piccola anche a Messina dove veniva chiamata "sette vistini" (sette sottanine, in siciliano) perchè si vestiva a strati essendo freddolosa. Un soprannome che l’ha sempre accompagnata nella vita. A consigliarle di cambiare il nome di battesimo in Monica Vitti, fu Sergio Tofano, subito dopo essersi diplomata all’Accademia d’arte drammatica di Roma. Il grande lancio come attrice è opera di Antonioni con cui ebbe anche un lungo legame sentimentale. Il regista la volle come protagonista nella tetralogia della incomunicabilità lavorando così ne «L'avventura», «La notte» e l’"Eclisse».

È stata anche una brava doppiatrice. Ma poi, Mario Monicelli si convinse che la bella Monica Vitti poteva essere oltre a una brava attrice drammatica, anche una interprete di ruoli brillanti. Ed eccola, fantastica, nel celebre «La ragazza con la pistola», siciliana dalla lunga treccia nera, finita in Scozia in cerca dell’uomo che l’ha disonorata. Da quel momento in poi sono tantissimi i ruoli che Monica Vitti ha interpretato, e sempre con grande bravura, spaziando dalla commedia brillante, al genere drammatico. Una personalità, la sua, che le ha permesso di reggere il confronto con attori maschi del calibro di Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, considerati i «re» della commedia brillante. E’ stata anche in tv, Monica Vitti, dove fra le tante apparizioni, si ricordano quelle accanto a Raffaella Carrà e Mina in Milleluci, e nel «Il cilindro» di De Filippo. Nella sua lunga carriera ha vinto cinque David di Donatello, tre nastri d’argento, dodici globi d’oro, un ciak d’oro, un Leone d’oro alla carriera e tanti altri. Da molti anni si era ritirata dalle scene per ragioni personali e conduceva una vita riservata con il marito. Grazie alle diverse interpretazioni, Monica Vitti, la ribelle, è diventata nel tempo una sorta di esempio per tante donne, un simbolo di emancipazione.

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