
Siccità severa, in alcuni tratti estrema. Una situazione che in Sicilia non si verificava dal 1989. I dati, e le conclusioni, sono quelle del Sias, il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano: l'ente regionale che si occupa di raccogliere ed elaborare i numeri su piogge e meteo nell'Isola. Le conseguenze sono quelle sotto gli occhi di tutti, a partire dal razionamento dell'acqua nelle case di Palermo previsto già da oggi (5 aprile), visto il calo della portata degli invasi di circa il 50%.
La media regionale delle piogge rilevate dalla rete Sias è di circa 36 millimetri, praticamente la metà della norma mensile, che per il periodo 2002-2023 è stata di 73 millimetri.
Le precipitazioni del mese di marzo non hanno portato ad un recupero del deficit di precipitazioni accumulato fin dall'autunno, ma hanno semmai accentuato le condizioni di siccità in alcune aree dove di nuovo gli apporti delle piogge sono stati pesantemente inferiori a quelli attesi in base al clima.
In realtà il primo trimestre dell'anno, in quanto ad accumuli totali, non è stato così asciutto come in altre fasi siccitose registrate in passato (prime fra tutte, quelle del 1977 e del 1989), tuttavia la situazione attuale risente pesantemente dei mancati apporti del periodo autunnale.
Il quadro che ne emerge è drammatico: la siccità a breve termine interessa aree piuttosto limitate con intensità moderata, mentre la siccità a medio termine risulta invece coinvolgere gran parte della regione, e in alcune aree l'intensità viene bollata come «severa» o addirittura «estrema».
Il fatto è che le piogge registrate nei primi tre mesi del 2024 sono state quasi interamente dai assorbite suoli e gli invasi si sono nel frattempo svuotati. Quel che più preoccupa gli esperti della Regione è che «le ripercussioni più gravi in questo momento - scrivono dal Sias -, più ancora che i danni all'agricoltura, sono rappresentate dalla mancata ricostituzione di riserve idriche adeguate nel sistema degli invasi e nei corpi idrici sotterranei». La soluzione? Proprio la pioggia ma precipitazioni nella norma non risolverebbero il problema e potrebbero comportare addirittura un peggioramento del quadro attuale. Servirebbero, piuttosto, nei restanti mesi primaverili, precipitazioni abbondantemente superiori alla norma per attenuare i disagi.
La situazione nel dettaglio
La mappa che guarda agli ultimi tre mesi non restituisce, in realtà, una situazione particolarmente preoccupante. Non sono tutte rose e fiori ma in gran parte della Sicilia non sarebbero probabilmente necessarie decisioni drastiche, escludendo la Piana di Catania, la parte settentrionale della provincia di Enna e alcune aree più interne del Palermitano orientale.
Ma è andando indietro nella disamina delle precipitazioni che emergono i veri problemi. Guardando agli ultimi sei mesi, infatti, su tutto il territorio regionale emerge uno stato di siccità moderata, con aree molto vaste in stato di siccità severa e molte aree interne in stato di siccità estrema. «Bisogna andare indietro nel tempo, all'anno 2002 oppure al 1989, per trovare situazioni di tipo analogo», sottolineano dal Sias.
Le mappe della Regione confrontano anche i dati degli ultimi dodici mesi e degli ultimi quattro anni ed è lì che sembrano nascere i primi problemi: «La maggiore estensione delle aree in stato di siccità moderata e severa rappresenta adesso meglio la situazione all'origine delle scarse riserve disponibili nel sistema degli invasi».
Caldo record in tutta la Sicilia
Alle scarse precipitazioni si aggiunge il caldo. Il 31 marzo scorso, il torrido giorno di Pasqua, 48 delle 96 stazioni della rete Sias distribuite in tutta la Sicilia hanno stabilito il loro nuovo record di temperatura massima mensile per il mese di marzo dalla loro installazione, quasi per tutte risalente al 2002. Dopo che solo due giorni prima tre stazioni dell'entroterra ionico avevano già superato il loro primato di marzo.
Colpa delle correnti di Scirocco valori anomali soprattutto sul settore tirrenico, ma anche i valori registrati nelle aree interne della regione sono stati diffusamente oltre i massimi precedenti, così come è avvenuto anche sul settore meridionale centrale.
12 Commenti
Salvatore
05/04/2024 13:26
Ho settanta anni e questo problema ci è sempre stato, ma non si poteva fare qualcosa nel frattempo? 🤔😞
Tommy
05/04/2024 17:02
I nostri politici non sono all'altezza di fare un tubo; pensano solo ad aumentarsi le indennità e basta. Sin dagli anni sessanta questo problema già esisteva, ma nel frattempo non hanno fatto nulla per ovviare al problema. Siamo circondati dal mare e dissalatori neanche a parlarne. VERGOGNA !!!
Ernesto 2
07/04/2024 15:07
Avete mai sentito parlare di geo ingegneria e scie chimiche rilasciate da aerei in volo? Queste scie sono in grado di fare mutare il clima. Ricordate il 15 luglio 2020, una bomba d'acqua si è abbattuta a Palermo causando notevoli disastri. Non parliamo dell'Emilia Romagna. Dopodiché parte la corsa alla richiesta dei finanziamenti multimiliardari . Qualcuno mi prenderà per complottista, ma mi auguro che il moderatore mi pubblichi questo post, per constatare quanti lettori condividono questo pensiero.
Toto 24
05/04/2024 18:18
Per 70 anni hanno tirato a campare spillando soldi a destra e manca senza fare nulla. Adesso i nodi vengono al pettine .... Si ci rivolge sempre a Roma anche per andare in bagno nonostante avessimo l'autonomia ... Dispiace a molti che le altre regioni chiedono l'autonomia differenzia .... Siamo veramente scarsi ed inefficienti su tutto e viviamo in continua emergenza nel campo sanitario, dei rifiuti, del lavoro, della criminalità, dell'inquinamento e del disordine sociale .. Con questa e le altre classi politiche dove dobbiamo andare se non c'è la mentalità della programmazione almeno quella di medio termine ??
Jago
05/04/2024 21:11
Alle navi da crociera, ogni anno diamo cento milioni di metri cubi quasi a gratis che se immessi nelle tubazioni idriche non avremmo nessuna preoccupazione o problemi di siccità, come dire spreco proprio non è, però mi disturba molto restare a secco mentre gli altri ci si fanno il bagno.
Toto 24
07/04/2024 22:16
Se non si dovesse dare acqua alle navi da crociera queste non verrebbero a Palermo e di contro si lamenterebbero altri operatori turistici ..... Cosa vogliamo con questa classe politica inefficiente ed inesistente ????
Elimo
05/04/2024 22:44
Iniziare a cambiare le linee idriche no? Che sono come gli scolapasta e, magari installare qualche dissalatore, visto che siamo circondati dal mare!
massimiliano
06/04/2024 09:25
Nooooo, sia mai..... In questa terra tutto funziona al rovescio di qualsiasi logica....o non funziona proprio.
Sterko
05/04/2024 23:11
vergogna anni di immobilismo assoluto .
Sterko
06/04/2024 00:33
vergogna bisogna creare vasche di accumulo collegati ai tetti e muretti a secco nelle campagne e pozzi che immettano acqua piovana nelle falde
duevoolte
06/04/2024 11:39
purtroppo in Sicilia occorrono almeno due volte le piogge che bastano in altre regioni : una volta per la necessaria fornitura ai cittadini ed un'altra volta per alimentare le dispersioni della rete idrica...
antonino
07/04/2024 07:48
vorrei dire a questi signori che ci governano che na trapani c'e un depuratore che butta l'acqua a mare e uina diga a 4 km fatti due conti l'acqua depurata farebbe meno km andaNDO DENTRO LA DIGA E SI POTREBBE UTILIZZARE PER L'AGRICOLTURA
Peppino
07/04/2024 08:36
I 3 dissalatori non funzionano da anni perchè non rifarli con una tecnologia più moderna?
Daniele
07/04/2024 08:53
In Sicilia chi vende acqua in privato si e arricchito ci preoccupiamo se i turisti pagano la tassa di soggiorno invece noi dobbiamo respirare anche l aria che respiriamo
Ugo
08/04/2024 13:31
Sembrerebbe quindi che i nostri illuminati amministratori, politici siciliani abbiano avuto 34 anni di tempo per programmare, creare, realizzare..una tristezza infinita
Fabbrica del nulla
09/04/2024 10:45
In Australia dove la siccità persiste da diversi anni, hanno realizzato un enorme dissalatore con una tubazione di diversi chilometri per rifornire la città. I nostri politici al massimo possono fare la danza della pioggia degli indiani Apache.