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Coronavirus, settimana terribile per la Sicilia per casi e ricoveri. Si torna a scuola, ma non ovunque

Si è chiusa ieri una settimana terribile per la Sicilia. Un bilancio di sette giorni pesante e che adesso con la zona rossa si punta a ridimensionare.

Secondo i dati forniti dalla protezione civile di Palermo, nella settimana appena conclusa i nuovi contagiati in Sicilia sono 12.674, valore più alto di sempre, i tamponi positivi sono pari al 29,9% dei test, il numero degli attuali positivi è di 46425, valore più alto dall'inizio della pandemia, le persone in isolamento domiciliare sono 44.795, 4762 in più rispetto alla settimana scorsa.

Ma a preoccupare sono soprattutto i dati relativi ai ricoverati: 1630, di cui 208 in terapia intensiva, aumentati di 157 unità rispetto alla settimana precedente.

Nella settimana appena conclusa si sono registrati 112 nuovi ingressi in terapia intensiva, anche se il numero totale è invariato. Il numero dei guariti (71315) è cresciuto di 7494 rispetto alla settimana precedente, ma quello dei deceduti, pari a 2989, è aumentato di 261 persone rispetto alla settimana precedente.

Oggi, intanto riaprono le scuole elementari e medie, anche se non ovunque. Il ritorno in classe avviene in sicurezza, spiega la Regione tirando fuori il dato dei tamponi effettuati durante il weekend in Sicilia: ne sono stati fatti 35.900 ad altrettanti studenti e i positivi sono in tutto 301, appena lo 0,8% di chi ha fatto il test. Ma alcuni sindaci sono scettici sulla ripartenza in presenza, tanto che quelli di Messina, Agrigento ed Enna non riapriranno le scuole oggi, così come a Priolo, Avola, Favara, Monreale, Gangi e Petralia. I primi cittadini di Bagheria, Bolognetta e Carini potrebbero, invece, ufficializzare lo stop a giorni. Secondo loro non ci sono le condizioni per garantire la riapertura delle scuole elementari e della prima media (mentre le altre classi resteranno in Dad almeno per tutto gennaio).

Anche il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci, Leoluca Orlando, ha mostrato perplessità nei confronti della linea della Regione, invocando invece un lockdown totale e dicendosi pronto a chiudere le scuole se i contagi dovessero aumentare.

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