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Sicilia zona rossa, cosa cambia: ecco quando si può andare dai parenti, torna l'autocertificazione

La Sicilia è in zona rossa fino al 31 gennaio. Un provvedimento che si avvicina al lockdown della scorsa primavera e che prevede molte chiusure, divieti di spostamento e preclude anche le visite ai parenti con qualche piccola deroga a quelli stretti legate a motivi di salute o estrema necessità.

Le decisioni prese, come ha spiegato ieri il presidente della Regione Nello Musumeci, sono frutto di un "Attento esame dei parametri del contagio". A preoccupare è stata l’impennata dei contagi dopo le vacanze di Natale e che ha trovato d'accordo anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. Ecco dunque cosa cambia da oggi secondo l'ordinanza di Musumeci. Qui il testo integrale.

Spostamenti

L'ordinanza limita notevolmente gli spostamenti. Non solo per il divieto di entrata e di uscita dal territorio regionale, ma anche di allontanamento dal proprio comune, salvo che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Non si può circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e privato, all’interno del territorio comunale, ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria. Vengono mantenuti i controlli per i passeggeri in arrivo nell’Isola (registrazione obbligatoria sul sito dedicato e tampone rapido).

Visite ai parenti

Diversamente da quanto previsto dal Dpcm, sono vietati anche gli spostamenti, una volta al giorno, verso una sola abitazione privata nei limiti di due persone per fare visita ad amici e parenti. Ma su questa misura si è molto discusso nelle ultime ore. L'indicazione che arriva è che il divieto c'è ad eccezione di alcuni limitati casi di necessità o salute o per visitare i genitori anziani o soli. Motivi che devono essere comunque specificati nell'autocertificazione (scarica il modulo). Quindi niente visite giornaliere ai parenti (come garantito dal Dpcm nazionale ma non recepito dalla Regione), niente pranzi di famiglia anche se in poche persone.

Attività sportive

Stop alle attività di palestre, piscine, circoli, centri benessere e centri termali, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del Coni o del Cip.

Scuola

In linea col Dpcm, svolgeranno attività didattica in presenza i servizi educativi per l’infanzia, la scuola dell’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado. Tutte le altre classi scolastiche e le Università continueranno con la didattica a distanza. Resta la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori e per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

Ma l'ordinanza non esclude definitivamente la sospensione delle attività in presenza per le scuole elementari e della prima classe di secondaria inferiore. Per queste due settimane, infatti, spetterà ai sindaci, sentite le Asp, di adottare provvedimenti di chiusura della scuole in caso di incremento di contagi.

Negozi

Restano sospese tutte le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e di prima necessità. Aperti lavanderie, barbieri e parrucchieri, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie.

Bar e ristoranti

Sospese le attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie). Per le attività di ristorazione consentito il domicilio e fino alle 22 pure l'asporto. Per i bar invece, il dpcm nazionale prevede lo stop all'asporto di bevande dopo le 18.

Cosa accadrà tra due settimane?

"Fra due settimane faremo i conti e vedremo quali saranno i risultati. Se non dovessero essere soddisfacenti adotteremo ulteriori misure e prorogheremo la zona rossa", ha spiegato Musumeci. "Se si usa ancora aspirina invece di usare il bisturi io credo che a marzo, aprile tutta Italia aprirà e noi saremmo costretti a stare ancora chiusi", ha aggiunto ancora Musumeci.

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